Ue/ Nomine, per D’Alema ‘benedizione’ Solana e pronostico Ft


Bruxelles, 17 nov. (Apcom)
– E’ stato un buon giorno per la candidatura di Massimo D’Alema ad Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune Ue (Pesc): l’ex premier ed ex ministro degli Esteri italiano ha ricevuto una ‘benedizione’ importante, quella dell’attuale ‘Mister Pesc’, lo spagnolo Javier Solana, ed è stato menzionato in un pronostico del Financial Times (seppure non scevro di critiche) come candidato al momento più quotato, insieme al premier belga Van Rompuy per l’altro

posto di presidente ‘stabile’ dell’Ue. “Mi lega una grande amicizia a Massimo D’Alema, e credo che sarebbe probabilmente un grande Alto rappresentante dell’Ue”, ha detto Solana, in francese, a margine della riunione di Bruxelles dei ministri degli Esteri dei Ventisette. L’attuale ‘Mister Pesc’ ha anche rispedito al mittente una critica del Ft e dei britannici, ovvero l’accusa a D’Alema di non parlare un buon inglese. “Lui l’inglese lo parla; certo non come Shakespeare, ma d’altra parte si può dire lo stesso per me”, ha detto Solana. Per D’Alema è quasi un’investitura, ed è anche importante che venga da un socialista spagnolo, visto che il primo ministro José Luis Zapatero non ha ancora speso per lui una sola parola, pur essendo l’ex premier italiano il solo candidato ‘ufficiale’ del Pse per il posto di Alto rappresentante.

Da segnalare c’è però anche un’iniziativa del gruppo Ppe al Parlamento europeo, che ha ha annunciato oggi la sua intenzione di opporsi a qualunque candidato per la Commissione europea (compreso il futuro Alto rappresentante) che sia stato “associato a regimi oppressivi”, o che abbia partecipato “a governi o movimenti politici non democratici o che si siano macchiati di corruzione”.

Conoscendo la storia del Pci, la sua evoluzione democratica legata alla fedeltà alla Costituzione e l’abbandono dell’obbedienza filosovietica fin dal ’68, quando condannò l’invasione della Cecoslovacchia, nonché la storia personale di D’Alema, questo ‘caveat’ non dovrebbe interessarlo. Ma durante l’audizione europarlamentare, gli eurodeputati del Ppe dei paesi dell’Est sembrano intenzionati ricorrere anche a questi ‘criteri di selezione’ per mettere ‘sotto torchio’ l’ex premier italiano, se riuscirà a ottenere la nomina ad Alto rappresentante, chiedendogli del suo passato di comunista, oltre che, naturalmente, dei suoi rapporti con gli Stati Uniti e con Israele.

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