Ottenuto un po’ di tempo con il rinvio del piano di razionalizzazione e la convocazione in Regione, la prossima settimana, di un tavolo di trattative, i Comuni della provincia di Varese coinvolti dai tagli cominciano ad avanzare qualche proposta per cercare di ridurre il più possibile il danno per i cittadini. Una premessa è d’obbligo; le eventuali eccezioni al piano andranno trovare in un’ottica regionale, sui 61 uffici destinati alla chiusura e sui 121 destinati all’orario ridotto e non solo sui rispettivi sette e 15 della provincia di Varese.
«Portare la protesta in Regione è stato decisivo – premette , vicesindaco di Cocquio Trevisago, il cui sportello di Caldana è destinato alla chiusura – poi le firme dei cittadini e le proteste dei Comuni, anche se qualcuno non ha combattuto, sono servite». Per evitare che adesso parta una guerra fratricida tra Comuni per avere salvo il proprio sportello, il vicesindaco cocquiese avanza una proposta concreta da portare al tavolo della trattativa. «Se dividiamo tra tutti i Comuni il disagio minore, ovvero una riduzione d’orario spalmata su più sportelli, riusciamo ad evitare la chiusura definitiva di tutti gli uffici – spiega Griffini – evitando anche che l’anno prossimo ci troviamo ad affrontare nuovi tagli». Il vicesindaco porta l’esempio dello sportello di Caldana e di quello vicino di Azzio, di cui si servono anche i cittadini di Orino; uffici geograficamente vicini che potrebbero coordinare gli orari, ruotando il personale.
«Tutti i Comuni dovrebbero sedersi attorno ad un tavolo con una cartina geografica della provincia di Varese in mano e vedere come spalmare gli orari tra uffici vicini; troviamo soluzioni stabili e durature e puntiamo a tenere aperti tutti gli sportelli» propone Griffini, onde evitare guerre tra poveri che potrebbero scatenarsi al tavolo regionale. La Regione ha chiesto a Poste di considerare alcuni criteri per la revisione del piano: la presenza di frazioni isolate, la difficoltà di raggiungere gli uffici per mancanza di collegamenti, la mancanza di sportelli bancari in paese, la desertificazione commerciale e la valenza turistica.
«Andare in Regione è evidentemente servito – comment sindaco di Gavirate con lo spauracchio della chiusura di Oltrona – aver ottenuto un momento di riflessione è un buon risultato; vogliamo conoscere i criteri di Poste nella scelta degli sportelli da tagliare; a Oltrona l’ufficio lavora moltissimo. La sua chiusura manderebbe in sofferenza quello di Gavirate centro che è già in difficoltà».
Ad Oltrona si sono raccolte centinaia di firme, come anche a Vergiate, dove a rischio chiusura c’è lo sportello di Corgeno. «Porteremo al tavolo le firme raccolte tra i cittadini – afferma il sindaco – spero che quelle di Poste non siano solo parole che non portano a nulla come accaduto in passato; l’azienda deve capire che gli sportelli periferici sono una risorsa da valorizzare. Lo sportello di Corgeno lavora moltissimo e pensiamo anche a quello di Ranco, che è una località turistica frequentata e dal grande potenziale».