Ultimo saluto ad Antonaci “E’ stato un vero socialista”

VARESE (f. man.) «Era un demartiniano. Un istintivo, favorevole al centrosinistra ma piuttosto ostile ai comunisti». Così il professor Robertino Ghiringhelli traccia un ritratto nitido e singolare di Ernesto Antonaci, storico rappresentante dei socialisti varesini stroncato da un ictus la mattina della vigilia di Natale a 71 anni. I funerali si sono svolti nella chiesa parrocchiale di Casciago, dove viveva.

Antonaci era stato consigliere e poi assessore comunale tra gli anni ’80 e i primi anni ’90, fino all’uscita di scena all’epoca di Tangentopoli con l’arresto del sindaco Luciano Bronzi. Era originario di Brindisi, ma era arrivato a Varese da giovane trovando lavoro alle officine Dansi.

Era iscritto al nucleo aziendale dei socialisti, e da lì aveva proseguito l’impegno nel Psi come segretario della sezione Alesini, a Casbeno. «Aveva fatto tutti i gradini – racconta – quando la sua azienda entrò in crisi iniziò a studiare ed entrò come fattorino in Provincia, poi diventò funzionario. Nel frattempo fu consigliere comunale e assessore». Era un uomo senza mezzi termini, secondo Ghiringhelli: «Non sapeva mentire e non sapeva neanche stare zitto».

Lo ha conosciuto bene anche Ivo Bressan, consigliere comunale all’epoca della giunta Fassa e oggi esponente del Pd, che ricorda la lealtà di Antonaci e soprattutto la sensibilità con i più deboli: «Era una persona affabile, si interessava di tutti e si occupava di qualunque tipo di problema».

Si erano anche scontrati sul piano politico, lui e Antonaci, eppure avevano mantenuto un rapporto di reciproco rispetto. «Sui servizi sociali andavamo d’accordissimo, ma ricordo accesi dibattiti sull’espansione urbanistica e sul consumo di territorio ai tempi del piano regolatore».

e.marletta

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