Poco più di una settimana e per l’Italia di Ettore Messina inizierà ufficialmente l’avventura ad Eurobasket 2017, a Tel Aviv, in Israele.
Inseriti nel girone B con i padroni di casa, Germania, Georgia, Ucraina e Lituania, gli azzurri esordiranno il 31 agosto alle 21.30 proprio contro i padroni di casa di Israele. Un esordio di fuoco, per una nazionale che sta vivendo un avvicinamento alla competizione tutto fuorché tranquillo e sereno. Dall’infortunio, con annessa esclusione, di Danilo Gallinari ad alcune prestazioni mediocri che hanno fatto suonare un forte campanello d’allarme in casa Italia, la preparazione fino ad ora non è stata per nulla semplice.
Noi, come da tradizione in tema di nazionale, ne parliamo con Flavio Vanetti, giornalista inviato del Corriere della Sera che sarà al seguito degli azzurri a Tel Aviv e, nel caso di passaggio del turno, anche ad Istanbul per la fase successiva. Insieme a Vanetti, partiamo proprio analizzando le ultime amichevoli degli azzurri contro Belgio e Francia, due sconfitte preoccupanti: «Considero più preoccupante la sconfitta con la Francia che quella contro il Belgio. Quest’ultima forse è
stata un po’ sottovalutata, la squadra non ha saputo girare la partita dopo averla recuperata. Contro la Francia invece penso sia stata una debacle inquietante, la prova che questa nazionale ad un certo livello soffre: la Francia ci ha sbattuto in faccia tutte le nostre lacune, la mancanza di chili, di centimetri ed i troppi alti e bassi, compensabili solo con l’intensità. Bisogna poi considerare che la Francia potenzialmente è un’avversaria che l’Italia può incontrare subito dopo la fase a gironi, per questo giudico la sconfitta allarmante».
Il cammino di avvicinamento dell’Italia è stato caratterizzato anche dall’infortunio di Gallinari, giunto dopo un parapiglia con un avversario olandese: «Tecnicamente la sua assenza pesa, anche se non ha mai fatto realmente la differenza in nazionale. Pesa perché Gallinari dà versatilità, punti, rimbalzi, presenza fisica e anche un aiuto in fase di costruzione del gioco. È senza dubbio una perdita importante ma non bisogna pensare che tutto dipendesse da lui, il gruppo dovrà compensare».
Il girone è abbastanza complesso, difficile stabilire le gerarchie: «Storicamente l’Italia è condannata a giocare in modo molto intenso, a non mollare mai e a lottare su ogni pallone, senza dare nulla per scontato. È necessario uno sforzo maggiore rispetto ad altre avversarie. Mi viene in mente l’esempio emblematico della nazionale del 2003, dell’europeo di Stoccolma: partita per prendere legnate, e dopo averne prese alcune nel girone di qualificazione, riuscì ad inventarsi una seconda parte di europeo straordinaria, conquistando una medaglia di bronzo che aprì le porte per le Olimpiadi di Atene 2004. Servirà essere umili, operai, compatti, coesi, perché se si molla qualcosa è finita».
Ettore Messina è al passo d’addio con la nazionale italiana, al termine dell’europeo lascerà spazio a Meo Sacchetti, ma in queste settimane non è sembrato avere il fuoco dentro: «È consapevole – ribatte Vanetti – di non avere una squadra di altissimo profilo, ma non è detto che non possa diventarlo. In questo senso forse può apparire preoccupato, non è abituato a perdere troppe volte, non per nulla si sogna ancora di notte la sconfitta al pre-olimpico l’anno scorso. Penso voglia chiudere con un bel risultato, già nel 1997 era in uscita dalla nazionale ed al suo posto era già stato scelto Tanjevic, però arrivò un argento a Barcellona. A livello tecnico quella squadra forse dava migliori garanzie, però Ettore ora lo vedo molto concentrato sul lavoro e meno propenso ai voli pindarici».