Un anno di assenza da scuola con certificati medici falsi

Una docente di Lavena Ponte Tresa è a processo per aver presentato certificati medici falsi, ottenendo assenze retribuite per quasi un anno scolastico. Coinvolti anche due medici; la sentenza è prevista per il 5 dicembre

Una lunga serie di assenze ingiustificate e certificati medici sospetti ha portato a processo una docente calabrese di 62 anni, accusata di aver presentato documenti falsi per assentarsi dall’Istituto comprensivo statale “Manzoni” di Lavena Ponte Tresa per quasi tutto l’anno scolastico 2020/2021. L’insegnante avrebbe fornito nove certificati, a partire dal 19 ottobre 2020 fino al 7 maggio 2021, giustificando le assenze per “cure salvavita”, motivo che le avrebbe permesso di evitare la decurtazione dello stipendio, solitamente applicata per lunghi periodi di assenza.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Luino e di Reggio Calabria, hanno portato alla luce presunte dichiarazioni false nei certificati medici e hanno coinvolto anche due medici calabresi, accusati di aver fornito la documentazione necessaria per coprire le assenze della donna. La Procura di Varese contesta alla docente la violazione dell’articolo 55 del Decreto Legislativo 165 del 2001, che punisce con la reclusione fino a cinque anni i dipendenti pubblici che giustificano un’assenza con certificazioni mediche false.

Nel processo, il pubblico ministero Lorenzo Dalla Palma ha richiesto due anni e otto mesi di reclusione per la professoressa e due anni e mezzo per uno dei due medici coinvolti, mentre per il medico di famiglia ha proposto l’assoluzione, sostenendo che quest’ultimo si sia limitato a prendere atto della documentazione fornita dal primo specialista. La difesa, rappresentata dagli avvocati Luca Barillà, Alan Felice e Domenico Rosso, ha chiesto invece l’assoluzione di tutti gli imputati, contestando le accuse.

Un ulteriore elemento emerso in aula riguarda un certificato medico firmato a nome di un terzo professionista, il quale ha dichiarato che la firma è stata falsificata. Il medico ha quindi scelto di costituirsi parte civile, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Lanzino.

La sentenza, che potrebbe chiudere un caso con risvolti giudiziari significativi per il settore pubblico, è attesa per il 5 dicembre, data in cui il giudice per l’udienza preliminare, Marcello Buffa, emetterà il verdetto.