Qualche giorno fa sulla pagina Facebook “Sei di Besozzo se…” è comparsa una richiesta d’aiuto speciale da parte del canile di Besozzo. «I pelosetti ospitati nella struttura avrebbero bisogno di qualche gioco. Palle e palline, pelusche… I piccoli ci giocano molto. Ormai le bottiglie di plastica non bastano più e abbiamo finito la nostra scorta di giocattoli per animali» si legge nell’annuncio.
A scrivere è Gianna, educatrice cinofila, che dopo una vita spesa ad allevare i suoi amatissimi doberman da qualche anno ha messo a disposizione una parte della sua proprietà per prendersi cura dei cani abbandonati. «Collaboro con tre associazioni, Angeli senza Voce, Amici Cani e Gatti e la Lega Nazionale del Cane. Loro si occupano di fare arrivare qui gli animali che riescono a salvare, molti provengono dai canili lager spagnoli o da altre situazioni disperate. I cani sono tutti perfettamente sani e dotati di microchip. Io me ne prendo cura in attesa che qualcuno li adotti».
Al momento nel canile di Besozzo i cani ospitati sono sei, di cui due, incrociando le dita, dovrebbero andare in adozione tra pochi giorni. Sono quasi tutti di stazza media, bellissimi, ma siccome non sono cuccioli nessuno li vuole. «Ci sono cani che rimangono qui anche tanti anni –spiega Gianna – perché sono già anziani quando arrivano e non c’è speranza che vengano adottati. Ma c’è anche chi li rifiuta per questioni di colore, perché si vuole il cane bianco anziché nero e così via». Tutti discorsi che dovrebbero perdere di senso quando ci si trova davanti a certi occhioni o alla felicità di Stella, che ha appena ricevuto in dono un sonaglio e lo comunica a tutto il vicinato.
Grazie all’annuncio sono infatti già arrivate due buste di giochi, ma al canile servirebbe anche riso soffiato, biscotti e ossicini di bufalo. «Niente denaro, però, per quello meglio sentire le associazioni». Al canile di Besozzo i cucciolini stanno bene, hanno sgambatoi da 15 a 30 metri quadrati e una cuccia calda a testa per la notte ma, certo, il dono più grande per loro sarebbe avere una casa. Anche per il vecchio Franco Ridolino, 12 anni e un pelo da fare invidia.