Villa Paradeisos di nome e di fatto.
Un Eden a pochi passi dal centro: scelto dai proprietari per il giardino, da coppie di sposi per la vista mozzafiato e, sabato scorso, anche dal cast e dalla troupe di “Suspiria”, il film di Luca Guadagnino girato al Campo dei Fiori, per festeggiare la fine delle riprese.
La villa e il parco di via Campigli entrano sempre più nell’immaginario dei varesini che scoprono al di là del muro di cinta di Casbeno, uno spazio “nuovo” con un progetto che mira ad avere ricadute positive sulla città.
«La scelta di aprire la villa perché fosse vissuta e per gioire della presenza delle persone è nata un paio di anni fa – spiega Franco Cremante che, con la moglie Sumiyo, ha scelto la dimora nei primi anni 90 – Lo scorso ottobre abbiamo dato il via all’appuntamento mensile per la cerimonia del tè. Ci aspettavamo 300 persone, ma ne sono arrivate oltre 2000, rispettose e attente».
È impossibile non farsi travolgere dall’entusiasmo del padrone di casa mentre raccolta cultura e filosofia di un Paese che ama e che ha dato i natali alla moglie, una delle prime hostess giapponesi di Air France, incontrata per caso a cena in piazza Duomo, quando lui era alla McKinsey&Co. Si sono “inseguiti” mentre giravano il mondo, per stanziarsi prima a Parigi e poi a Milano.
Quando si sono spostati dalla metropoli, in cerca, di un grande parco e un panorama incredibile,
hanno scovato villa Paradeisos.
Al giardino giapponese hanno lavorarono solo artigiani nipponici. «Dal dopoguerra in Europa non ne sono stati creati di uguali, fatta eccezione per quello che Ranieri di Monaco fece realizzare per Grace Kelly».
La dimora negli interni è stata trasformata e arricchita da parti di dimore francesi – un’intera originale di metà 800 all’epoca dell’insediamento di Napoleone III -, inglesi e giapponesi, con arredi preziosi, una biblioteca importante – amatissima dal capofamiglia bibliofilo che vi custodisce una copia de L’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert – arazzi e arredi.
L’entusiasmo per questa dimora è giunto persino nel paese del Sol Levante e ben 4 televisioni hanno puntato le telecamere, negli anni, su villa Paradeisos. «Dai documentari alla fiction. A Tokio fermavano persino mia moglie per strada».
Gli elogi non sono mancati nemmeno dagli amici, ospiti da tutto il mondo, e proprio questo ensiasmo ha fatto nascere il progetto.
«I nostri figli, Mio e Benjamin sono cresciuti e hanno preso la loro strada. Non vedevamo per questa villa un destino da museo, ma da centro di attività e di eventi fondati sulla bellezza e la natura da una parte e sulla bellezza e la comunicazione dall’altra».Quindi «ci siamo detti che se parco e villa sono così ammirati forse valeva la pena di creare un modello che possa auto finanziarsi e sostenersi nel tempo. Per farlo deve diventare un organismo vitale per la comunità».
Da una parte quindi location per nozze, iniziative aziendali ed eventi e dall’altra l’apertura al pubblico ogni primo weekend del mese per scoprire dai locali monumentali al giardino giapponese.
«L’obiettivo è farne un hub per la conoscenza tra culture diverse. Un’occasione per le aziende di comprendere e aprirsi al mercato d’Oriente che ha una cultura e modo di ragionare molto diverso dal nostro. Un esempio può arrivare proprio dalla cerimonia del tè, che per tempistiche e modalità è lo specchio di una mentalità di una cultura diversa e da scoprire».
L’intento è quello di «creare luogo “privilegiato” in cui sviluppare conoscenza tra culture, ma anche cooperazione e dialogo in modo nuovo». Un progetto ambizioso che «fa leva su punti specifici dallo sport alla musica, dagli affari alla cultura».
Nel frattempo è già pronto, e consultabile sul sito e sui social della villa, il calendario per gli eventi aperti al pubblico che da febbraio a marzo permetterà di scoprie Sciatzu, la cerimonia del tè, villa e parco nell’open day sposi, il vintage con la villa allestita a tema insieme ad abiti e mobilio, cucina sushi per bambini e origami per i grandi, akido, la natura di Crespi bonsai corso di ikebana e kokedama, fino alla festa per i bambini con gli aquiloncini koinobori.