Un flash mob contro la chiusura della strada provinciale 33 a Barza di Ispra. La manifestazione ha sorpreso domenica pomeriggio passanti e automobilisti in transito da e verso la frazione.
La coreografia – promossa dal Comitato spontaneo Difesa, Viabilità e Ambiente Barza e Ispra – ha coinvolto comuni cittadini, consiglieri comunali di “Insieme per Ispra” e altri gruppi presenti per manifestare in difesa della percorribilità veicolare del tratto di provinciale (che coincide con via Mongini). I cittadini in protesta erano simbolicamente in silenzio, per «sottolineare il colpevole mutismo di un’amministrazione che non ci ha coinvolti quando poteva e doveva farlo, informandoci solo a giochi pressoché fatti» come spiega Sergio Besi, del comitato.
L’obiettivo di questo più moderno e dinamico sit-in di protesta è spiegato da Rina Di Spirito: «Siamo contrari alla chiusura della provinciale 33 a Barza. Vogliamo difendere la percorribilità delle auto in via Mongini. Inoltre ci opponiamo alla firma della convenzione da parte del Comune per il progetto del sovrappasso di Alptransit. Questo documento deve essere portato in approvazione in consiglio comunale entro febbraio per permettere alla Provincia, a Regione Lombardia e a Rete Ferroviaria Italiana di procedere col progetto del cavalcavia a Ispra e del sottopasso solo ciclopedonale a Barza».
Il fine dunque è quello di sensibilizzare anche coloro che sono poco informati riguardo al progetto e trovare nuovi sostenitori. Alla Giunta De Santis, il Comitato Difesa Viabiità e Ambiente Barza e Ispra chiede «di accogliere le istanze dei residenti di Barza e di non firmare la convenzione con gli enti, avviando invece con i consiglieri anche di opposizione, col comitato e con la popolazione un dialogo per trovare soluzioni vantaggiose a tutti».
Il timore del Comitato è quello che gli amministratori portino avanti comunque il progetto senza tenere conto della richiesta di mantenere aperta alle auto la via Mongini e costringendo così i residenti della frazione a raggiungere il centro del paese passando da Cadrezzate. Un percorso più lungo che provocherebbe perdite di tempo, maggiori consumi e più inquinamento, stando a quando spiegano i portavoce del Comitato Sergio Besi, Gerhard De Vries e Rina Di Spirito. «I barzesi non vogliono essere trattati come cittadini di serie B – spiega Di Spirito – e non accettiamo di essere gli unici a pagare il prezzo di questa realizzazione del cavalcaferrovia voluto da Alptransit e che non porterà benefici ma solo disagi».
In effetti – come spiega anche De Vries – «questa chiusura porterà a un maggior isolamento di Barza dal proprio centro, aumenterà tempi e distanza verso scuole, supermercati, attività sportive e ospedali, diminuirà il valore commerciale delle abitazioni e aumenterà notevolmente il traffico e inquinamento». Con questa ennesima dimostrazione pubblica, il Comitato spera di ottenere visibilità e spera, inoltre, di richiamare l’attenzione degli amministratori sul problema, molto sentito dai residenti della frazione.