Il lago ghiacciato di Ghirla si è trasformato, nel pomeriggio di ieri, nello scenario incantato in cui la comunità ortodossa varesina ha celebrato il tradizionale rito del battesimo, con l’immersione completa nelle acque di questo Giordano metaforico. L’atmosfera che si respira è quella di una grande festa di famiglia, una scampagnata decisamente fuori stagione sulle rive del piccolo ma incantevole lago della Valganna.
bLa comunità è emozionata e accogliente, non manca cibo e di che scaldarsi. Dalle prime luci della mattina padre Vladimir e alcuni uomini sono impegnati a preparare il luogo. Hanno tagliato il ghiaccio per creare una vasca in cui immergersi e hanno creato un altare, una croce di ghiaccio tanto semplice quanto suggestiva.
Nel pomeriggio arrivano tutti: uomini, donne, adolescenti e bambini, un universo multicolore di etnie e storie. Italiani, russi, moldavi, ucraini… ad accomunarli la fede e il senso di comunità. È ora di cominciare. Padre Vladimir indossa i paramenti, cammina sul ghiaccio fino all’altare e officia una breve ma intensa funzione, prima in italiano, poi in slavo. Viene quindi il momento del battesimo vero e proprio. Per primo padre Vladimir, e seguendo il suo esempio i fedeli,
ad uno ad uno, uomini, donne e bambini si immergono nelle acque gelide del lago, capo compreso, per tre volte. Il momento è solenne. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una follia, ma padre Vladimir sorride e confessa: «È la paura, prima di tutto, che sconfiggiamo. Come i padri nel deserto dovettero affrontare il diavolo, così noi sconfiggiamo la paura che più di ogni altra cosa blocca nella vita. Le acque benedette del lago ci purificano nel corpo e nello spirito». Dopo il gelo, chi si è immerso viene accolto da tutto il calore di un gruppo affiatato, che al momento si riunisce solo nella chiesetta ortodossa di Casbeno, ma che vorrebbe trovare casa anche a Gallarate. «Abbiamo chiesto al sindaco Cassani di poter usare una chiesa sconsacrata, chissà se accoglierà la nostra richiesta».