«Un gol bellissimo e sognato per mesi. Adesso sono rinato»

Il nostro Alberto Coriele ha intervistato Alessandro Urso, attaccante della Varesina con una storia particolare

Alessandro Urso, ventenne attaccante alla prima stagione alla Varesina, domenica ha vissuto una giornata che aspettava ormai da parecchi mesi. Partiamo a raccontarla quasi dalla fine, dall’esultanza dopo il gol del 2-1, che spiega molte cose. E’ corsa bellissima la sua, verso le reti, su si arrampica, perché non sta più nella pelle e aspettava ormai da troppo tempo questo gol e questo momento. Per la troppa foga, l’arbitro lo ammonisce anche. In quel momento non gli importa e c’è

da capirlo: prima di segnare questo gol, Alessandro ha dovuto lottare e sudare parecchio. Nel libro di storia della Varesina resterà questa rete che ha regalato una vittoria fondamentale contro l’Inveruno, grande passo verso la salvezza, mentre nell’album dei ricordi di Alessandro rimarrà impressa una domenica davvero da incorniciare, che non può essere minimamente rovinata dall’espulsione decisa dal troppo fiscale arbitro Loffredo di Torino.
Riavvolgiamo il nastro però, per raccontare la storia di Urso: il 26 luglio 2015, alla vigilia del ritiro estivo della Varesina, Alessandro è al volante e resta coinvolto in un incidente e, per le conseguenze riportate, gli viene asportata la milza. Potrebbe essere la fine anticipata della stagione, e nella più rosea delle ipotesi si prospetta per lui uno stop di quattro mesi. La stagione alle porte è quindi subito in salita ma Alessandro si mette subito al lavoro e, ottenuto l’ok dei medici, rientra in campo con la Juniores e segna subito una doppietta verso la fine di novembre. E’ il preludio alla convocazione con la prima squadra, con cui, complice anche il lungo stop, trova poco spazio. Domenica invece la svolta, entra a dieci minuti dal termine e disegna un capolavoro di gol dopo una manciata di secondi dall’ingresso in campo: finta e dribbling a rientrare, destro secco da posizione defilata che bacia la traversa ed entra in rete. Ed il resto è storia, gioia, emozione. Questa giornata speciale noi ce la facciamo raccontare proprio da lui, Alessandro Urso

Da maggio, dal mio ultimo gol segnato con la maglia della Solbiasommese contro il Fenegrò. E’ stato il mio primo gol con la maglia della Varesina, il primo gol dopo una prima parte di stagione estremamente difficile. Sono contento io e sono contenti tutti. Sapevo che prima o poi avrei fatto gol, ma non immaginavo in questo modo, non pensavo ad un gol così bello e soprattutto dopo un minuto dall’ingresso in campo.

Rovinato no, perché non me la meritavo. Il primo giallo per eccessiva esultanza forse ci può stare, perché il regolamento vieta di appendersi alle reti. La seconda ammonizione invece mi è parsa severa, stavo solo cercando di contrastare il mio avversario ma non c’era cattiveria. L’importante è aver segnato e aver contribuito a far vincere la squadra in un momento cruciale della stagione. A quel punto l’espulsione la posso anche accettare, non mi ha tolto la gioia del gol.

Spero di farne altri, da qui a fine stagione. So di poter dare un bel contributo, conosco bene mister Spilli così come lui conosce me, sa quello che posso dare a questa squadra. Io ho grande stima di lui, spero di trovare tanto spazio.

Parecchio, in fin dei conti l’incidente è avvenuto a fine luglio, io sono rimasto inattivo ad agosto, settembre ed ottobre, prima di riprendere a corricchiare a novembre, trovando spazio e gol con la Juniores già alla fine del mese. E’ stato difficile ma adesso mi auguro di riprendermi tutto con gli interessi, una domenica come quest’ultima mi ripaga di tutta la rabbia accumulata nei mesi precedenti. Trovare il gol, che mi mancava da maggio, è stato fondamentale.

Speravo di poter salire di categoria, anche perché l’anno scorso in Eccellenza ho segnato 12 gol, è stata una buona stagione. E’ stato mister Spilli a cercarmi e a volermi più di tutti, la cosa mi ha inorgoglito e sono contento di essere alla Varesina ora.

Buona parte del gruppo già la conoscevo, perché a Somma avevo avuto modo di giocare con il capitano Di Caro, con Albizzati, Tino ed altri. Perciò l’ambientamento è stato semplice, mi sono trovato bene fin da subito. Il gruppo è bello, positivo, non posso chiedere di meglio.

Io credo che, a salvezza ottenuta, la Varesina potrà ancora sognare i playoff. Davanti ci sono grandissime squadre come il Piacenza ed il Lecco, ma contro quest’ultima, ad esempio, abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari e siamo sembrati per molti tratti del match superiori, sbagliando però molte occasioni da gol. Per questo motivo credo che sia un obiettivo raggiungibile, a salvezza conquistata. Il gruppo è forte, ha qualità, io ci credo e mi auguro di segnare per aiutare la Varesina.