«Siamo al delirio totale. Ci prendono in giro»: il vicesindaco va giù piatto e deciso. E stavolta non si tratta di rotte di decollo con traiettorie più o meno spinte su Casorate Sempione da dover contrastare, ma del futuro di Malpensa. Persino lui, da sempre critico sull’avanzata dell’aeroporto, interviene sulla necessità di sapere. «Decidano una volta per tutte cosa si vuole fare di questo scalo. Diano un indirizzo. Almeno se c’è da litigare, sappiamo perché farlo».
Non è una boutade ma un grido di rabbia e di dolore. È il grido di un territorio che si sente deriso e martoriato, dove il suolo è stato consumato per far posto a un’infrastruttura del calibro di Malpensa 2000, imponente investimento pubblico, per poi lasciarla in balia degli eventi. Non è la crisi del mercato a frenare l’attività aeroportuale, piuttosto un mancato disegno politico, di scelte di politica industriale visto che Malpensa viene ritenuta la Fiat di Lombardia. «Comunque la si pensi, Malpensa è centrale per il territorio», riconosce Marson. «E la si tratta in questo modo? Si fa finta che non esista? Non scherziamo». Il decreto pro Linate è solo l’ultimo degli atti che la politica si accinge a compiere per lasciare nel limbo lo scalo del 2000.
Ecco allora la levata di scudi che parte da Casorate Sempione. «Chiederò un incontro urgente al Consorzio urbanistico volontario Malpensa (Cuv) e ai nove sindaci dei Comuni che ne fanno parte per decidere come farci sentire, come intervenire in una partita che si sta facendo sempre più assurda e delirante». La proposta? «Intanto chiamare a rapporto i parlamentari della zona, tutti quanti, e anche persone come il ministro Martina che conosce bene il territorio», indica Marson. Ma non solo. «Il ministro dei Trasporti in persona dovrebbe venire a parlare con noi. Dopotutto vorremmo sapere da lui cosa si intenda fare di un investimento pubblico come Malpensa, mica chiediamo di un aeroportino. Ce lo si dica una volta per tutte». Non esiste soltanto Milano. «Dovremmo anche tornare dal sindacoper chiedergli cosa vuole fare essendo lui il principale azionista di Sea».
Il Cuv «deve tornare centrale», rimarca il vicesindaco di Casorate che attende la presa di posizione anche dei colleghi. «Nemmeno un sarto che confeziona un vestito su misura ci avrebbe impiegato tutti questi anni per mettere a punto un abito con tutti i crismi. Vogliamo sapere cosa ne sarà di Malpensa ed è la politica, il governo, che deve dare una risposta. Una volta per tutte. Non solo toglierci soldi dall’addizionale comunale sui diritti d’imbarco che di comunale ha sempre meno», chiude Marson.
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