– Sono sempre di più le persone di nazionalità italiana che chiedono ospitalità notturna agli Angeli Urbani di Varese.
È quanto emerge dai dati diffusi ieri nel corso di un incontro presso l’ex Chalet Martinelli, alla presenza dei volontari, del presidente, della referentee dell’assessore a Famiglia e Persona del Comune di Varese
L’esigenza di un tetto sopra la testa e di un letto caldo in cui cercare rifugio per ripararsi dai rigori del freddo è una realtà che non conosce bandiere. Fa tuttavia riflettere sapere che tra i 17 posti letto messi a disposizione a partire dalla fine di ottobre, ben nove siano occupati da italiani. Serbia, Marocco, Senegal, Pakistan e Repubblica Dominicana gli stati di provenienza degli altri ospiti, per un servizio che – come gli altri anni – cercherà di coprire le necessità dei senzatetto durante i mesi più rigidi dell’anno.
Cifre eloquenti anche quelle relative alla distribuzione di alimenti e vestiti. Nel 2014 gli Angeli hanno offerto 9007 chilogrammi di cibo non deperibile per un totale di 10137 pasti, numeri che segnalano un incremento rispettivamente del 118% e del 39% se confrontati con quelli del 2013.
Due osservazioni: alla buona notizia di un aumento delle derrate alimentari – sintomo di uno spirito caritatevole acceso nella nostra città – fa da contraltare il proporzionale picco del bisogno, testimonianza di una crescente difficoltà di molti a soddisfare anche le urgenze più elementari. Sono poi 790 i capi di vestiario elargiti nello stesso periodo, tramite un servizio di raccolta e donazione che ogni sabato anima questo angolo di “città buona” incastonato fra le stazioni.
Ieri gli auguri di Angelini a nome dell’amministrazione comunale: «Il problema dei senzatetto non si risolve né con tendoni, né con ammucchiate, né con ghetti. Chi vuole cambiare davvero trova negli Angeli Urbani non solo un aiuto immediato, ma anche un percorso per cercare di uscire dalla propria condizione. Non vogliamo diventare poli d’attrazione per altre città: l’obbiettivo è quello di venire incontro a chi vive stabilmente sul nostro territorio».
Di certo alcuni restano fuori,
andando a popolare le notti di treni ed anfratti, come raccontato dal nostro giornale ieri con il reportage di .
Al di là delle limitazioni di posto, le porte dell’ex Chalet Martinelli sono aperte a tutti, fatte salve determinate condizioni: «Chi viene è perché vuole farsi aiutare – spiega Piazza – ed il primo segnale sta nella volontà di rispettare le regole. Non accettiamo ubriachi, drogati e gente armata, così come pretendiamo l’osservazione degli orari prestabiliti. Sono dettami fondamentali per garantire la convivenza».