Un litigio per il bottino. Mendola ucciso dal suo complice

In manette Antonio Lembo, 29 anni di Busto: è stato lui a freddare il 33enne a Pombia

Omicidio di : fermato un ventinovenne bustese. , bloccato dai carabinieri in Centro Italia mentre cercava di fuggire utilizzando i mezzi pubblici, avrebbe già confessato. Dando conto anche del movente che lo ha spinto a assassinare una settimana fa il trentatreenne bustese, trovato cadavere a Pombia, nei capannoni dismessi di un’ex industria plastica la mattina del 5 aprile da un escursionista.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Novara, coordinati dal pubblico ministero , Lembo, che ha precedenti per spaccio alle spalle così come la vittima, e Mendola si conoscevano perfettamente. Secondo quando dichiarato da Lembo agli inquirenti al momento della cattura, il capannone dismesso dove fu trovato il cadavere del trentatreenne era una sorta di covo. Una base logistica utilizzata dai due per organizzare i furti nelle abitazioni della zona ai quali erano dediti.

Non è chiaro se lo stesso capannone venisse utilizzato anche come una sorta di deposito dove nascondere la refurtiva sul breve periodo in modo da non essere fermati con il bottino addosso dalla coppia, ma per ammissione di Lembo quel capannone era una base operativa. Mendola ci era arrivato autonomamente: è apparso del resto chiaro sin dall’inizio delle indagini che la vittima conosceva con ogni probabilità il proprio assassino e che in quel luogo sperduto non c’era arrivato per caso ma per incontrare qualcuno di preciso.

Stando a quanto dichiarato da Lembo tra i due complici ci sarebbero stati problemi d’affari: ovvero il mancato accordo sulla spartizione del bottino dei furti precedenti. Lembo ha quindi sparato due colpi di pistola al petto della vittima finendolo poi con dei colpi inferti alla testa del trentatreenne con il calcio della pistola. Quindi si è dato alla fuga.

Quando è stato ritrovato Matteo Mendola (la mattina del 5 aprile) era vestito di nero, indossava dei guanti, non aveva con sé un telefono ma aveva una ricetrasmittente. Tutti questi elementi, insieme ai precedenti per furto a lui attribuiti, hanno subito indirizzato le indagini. Gli investigatori, grazie anche alla collaborazione dei colleghi dell’Arma di Busto Arsizio, sono risaliti al suo telefono e alle ultime chiamate effettuate, stringendo il cerchio attorno a Lembo. A quel punto gli inquirenti hanno stretto il cerchio sempre di più riuscendo a individuare il fuggitivo e a bloccare Lembo impedendogli così di sparire nel nulla. Mendola, tra l’altro, era sì noto alle forze di polizia, ma per piccoli precedenti come detto collegati allo spaccio di droga. Lascia due figli piccoli ed è sempre stato dipinto da tutti come un padre affettuoso.