Erano quasi 2000 i fedeli di Maometto che nella mattinata di ieri si sono dati appuntamento a Le Biolle di Cardano al Campo per festeggiare il giorno dell’id-al-fitr, ovvero la festa della rottura che sancisce fine del Ramadan. La comunità islamica ha così concluso le celebrazioni per il mese sacro e, per l’occasione, si sono riunite le differenti anime che la compongono ovvero pakistani, italiani convertiti, africani e magrebini.
Tra di loro c’è chi parla perfettamente l’italiano e chi confessa di andare «a scuola per imparare la grammatica e non fare errori». Tante anche le donne ed i bambini che, durante il momento di preghiera, sono liberi di giocare sul campo. Vista la grande affluenza, «ci siamo attrezzati – precisa presidente dell’Associazione Il Faro – sapevamo che oggi sarebbero venuti in molti per questo abbiamo aumentato il numero delle persone addette al parcheggio e allestito anche una zona di preghiera esterna al tendone».
Alle celebrazioni era presente anche il sindaco di Cardano al Campo che, ancora una volta, si è dimostrato soddisfatto e sottolinea come tutto sia andato bene, nonostante le perplessità sollevate pochi giorni prima dell’inizio del Ramadan. «Purtroppo – spiega il primo cittadino – è la non conoscenza che genera preoccupazioni». Proprio per questo, il capo della giunta cardanese evidenzia come il dialogo ed il confronto sono la strada da seguire per una vera integrazione. «Dobbiamo costruire ponti – precisa – non costruire muri».
E di muri, almeno in apparenza, la città di Cardano ne ha costruiti pochi e, alcuni sono stati abbattuti strada facendo. «All’inizio si è fatto un gran parlare ed abbiamo ricevuto qualche critica – racconta proprietario de Le Biolle – noi abbiamo preferito non rispondere alle provocazione ed in molti, alla fine, si sono ricreduti». Un pensiero condiviso anche dalla moglie : «Ci siamo trovati bene con loro – afferma – non abbiamo avuto nessun problema con loro, devo dire che sono davvero ben organizzati».
Anche il presidente dell’Associazione Il Faro, Abdul Jabbar è contento della buona riuscita delle celebrazioni e del clima che si è instaurato con i proprietari. «Loro ed il sindaco si sono dimostrati molto disponibili nei nostri confronti – dichiara Jabbar – è stato il Ramadan migliore degli ultimi anni». Nonostante la location trovata a pochi giorni dall’inizio del mese sacro e la distanza con la sede utilizzata negli anni passati (Gallarate). «Grazie a Dio – interviene l’imam – siamo riusciti a trovare una soluzione per tutte le nostre preoccupazioni».
Se da un lato il mese che deve essere d’esempio per tutto l’anno e che rappresenta un momento fondamentale per accrescere il sentimento di comunità si è concluso, dall’altro le ricerche per un luogo dove poter pregare continuano. «Ci prendiamo qualche settimana di pausa – continua Jabbar – poi ricominceremo le ricerche a Gallarate perchè quella è la nostra città».