– La «multinazionale tascabile» Chiaravalli Group: ingranaggi che fanno girare l’economia. Il segreto? Investire nel futuro, a tutto tondo. Quello che viene governato dalla nuova sede di Cavaria, inaugurata nel gennaio 2015, è quello che Luciano Landoni descrive come «un piccolo-grande universo di ingranaggi che impiega poco meno di 200 lavoratori in Italia e fattura circa 70 milioni di euro all’anno (l’export incide per il 50%)». Un’azienda che ha 14mila articoli in catalogo, duemila clienti in Italia,
e che realizza «diversi milioni di ingranaggi» ogni anno. «Investire nel futuro è la nostra ragione di esistere – racconta nel libro “Radici profonde” Anna Chiaravalli, responsabile dell’area amministrativa e finanziaria del gruppo, seconda generazione di famiglia alla guida dell’azienda insieme al fratello Mario – Dal 2008 investiamo un milione di euro all’anno in nuove tecnologie, nuovi articoli, formazione, servizi post-vendita, logistica e informatica. Siamo tra le pochissime aziende metalmeccaniche che si sono dotate di “magazzini virtuali”, in maniera tale da permettere alla nostra clientela di utilizzarli come fossero loro». Investire nel futuro vuol dire anche rinnovare il management credendo nei giovani, come dimostra l’ingresso in azienda della terza generazione di famiglia, rappresentata da Andrea Chiaravalli, 25 anni, laureato in economia alla Liuc, inserito dopo una «duplice gavetta, sei mesi in un’azienda finanziaria a Londra e altri sei in un’impresa manifatturiera svizzera». Il giovane manager ha portato la grande leva innovativa del lean management all’interno dell’azienda di famiglia: «Da quando Andrea ha istituzionalizzato la “cassetta delle idee”, al cui interno tutti possono inserire le loro osservazioni e le loro critiche – racconta Anna Chiaravalli a Luciano Landoni – c’è stato un salto di qualità in azienda».