MORNAGO Un milione di euro suddiviso tra circa 160 dipendenti. Non si tratta di una vincita al Superenalotto ma del riconoscimento dell’ex titolare della C.B. Ferrari, Renato Bianchi, ai suoi lavoratori. Una somma che è arrivata nelle tasce dei fortunati proprio in concomitanza con il Natale.
Il signor Bianchi ha deciso, qualche mese fa, di vendere la ditta ad un gruppo di investitori cinesi: una volta incassati i soldi della vendita, il benefattore varesino ha pensato di premiare coloro che l’hanno
accompagnato in 45 anni di attività. «Se la C.B. Ferrari è cresciuta negli anni e, in un momento di crisi economica, ha trovato dei compratori disposti a rilanciarla sul mercato mondiale, è soprattutto grazie ai miei dipendenti che hanno investito tanto in questa azienda. Ho ritenuto giusto esprimere loro la mia riconoscenza». Un premio alla fedeltà dimostrata, ripartito secondo il criterio di anzianità di servizio prestato, tra tutti coloro che hanno fatto la storia della ditta, leader nel settore delle fresatrici.
Così, Bianchi è diventato il Babbo Natale della C.B. Ferrari: dipendenti, ex dipendenti in pensione e anche le vedove e le famiglie di ex dipendenti defunti sono stati così convocati da Bianchi per la consegna di un assegno circolare e di una lettera di ringraziamento. Dal premio sono rimasti escluse solo le persone assunte da meno di 5 anni.
«Un paio di anni fa, l’azienda si è trovata in difficoltà: sopravvivevamo ma la crisi iniziava a farsi sentire anche nel nostro settore. Si è così deciso di venderla a qualcuno che potesse dare garanzie di continuità. In molti si sono proposti per l’acquisto ma la nostra scelta è ricaduta sull’offerta fattaci dai cinesi: non era l’offerta, in termini monetari, più alta ma quella più sicura. I cinesi sono il popolo più bello del mondo: ci hanno salvato».
All’età di 75 anni il signor Renato ha deciso di farsi da parte per il bene dei suoi dipendenti, ma ogni giorno fa la sua comparsa in via Stazione 116. «Questa è la mia seconda casa. All’inizio, quando nel 1966 ho fondato la C.B. Ferrari con Giuseppe Ferrari e Augusto Caravati, non è stato semplice vestire i panni del dirigente: arrivavo da 10 anni di esperienza come dipendente tecnico. Entravo nel capannone e mi mettevo a lavorare sulle macchine insieme ai miei tecnici, finchè un giorno un mio dipendente si è risentito della mia intromissione e se ne è andato. Questo episodio mi ha fatto capire che stavo sbagliando e che quel giovane aveva ragione: così ho imparato quale fosse il mio ruolo nell’azienda». Anche quest’anno, Bianchi ha partecipato alla festa aziendale. Questa volta, al suo fianco, c’era anche il nuovo direttore cinese. «Un uomo simpatico: mi ha fatto piacere che abbia apprezzato questa nostra tradizione».
j.bianchi
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