– Protesi dell’anca, in provincia di Varese una tecnica innovativa, che permette di ridurre al minimo le complicanze. La esegue il dottor , che è appena stato nominato primario del reparto di ortopedia e traumatologia dell’istituto clinico Humanitas Mater Domini di Castellanza. «La mia prima operazione chirurgica con questa tecnica? Il giorno dopo la paziente si era strappata tutte le flebo e s’era messa a camminare come se niente fosse» racconta il dottor Baldo. Una scena tutt’altro che comune per chi effettua questo intervento in modo tradizionale: le raccomandazioni per i primi tre mesi dalla protesi dell’anca, per evitare il rischio di complicanze, sono numerose e comportano disagi notevoli per la qualità di vita dei pazienti.
«I miei pazienti si alzano e camminano, senza precauzioni» sottolinea Franco Baldo. Eppure meno del 5% dei casi in Italia viene trattato con la tecnica per via anteriore, che invece negli Stati Uniti è già eseguita più di una volta su quattro. «È il futuro – ne è certo il primario della Humanitas – in provincia di Varese siamo l’unico centro ad eseguirla, è un’opportunità significativa». Rispetto agli interventi tradizionali (per via postero-laterale o laterale),
questa tecnica mininvasiva comporta un’incisione di appena 7-8 centimetri (contro 15-20), ma soprattutto non taglia muscoli e tendini, che così potranno fare da “gabbia” contro il rischio di lussazioni («zero» nell’esperienza di Baldo, tra l’1 e l’8% con le tecniche tradizionali). Minori perdite di sangue, minor dolore post-operatorio e un recupero più rapido e senza l’uso di dispositivi, sono gli altri “atout” della protesi d’anca per via anteriore. Allievo del “mitico” , un’istituzione dell’ortopedia all’università dell’Insubria di Varese, è stato nominato primario all’ospedale di Vercelli nel 2009, a soli 37 anni. «A ottobre di quell’anno, ad un congresso organizzato da Cherubino a Varese – racconta – partecipo ad una sessione dedicata all’artroprotesi all’anca per via anteriore e mi si accende una lampadina. Il mese dopo vado a Milano dal professor Maggi, che ha un’esperienza di appena dieci casi, e mi faccio portare da un’azienda specializzata lo strumentario per eseguire un intervento, un’endoprotesi su una frattura di una signora anziana».
L’operazione chirurgica con la nuova tecnica si rileva estremamente elaborata, ma riesce: «La paziente il giorno dopo camminava come se niente fosse» racconta la sua “numero uno” il dottor Baldo. Da allora ha eseguito più di 700 interventi per via anteriore (su una casistica di oltre 4000 interventi di chirurgia maggiore e minore in carriera), abbondantemente oltre i 150 richiesti dalla letteratura scientifica per completare la curva di apprendimento: «Oggi applico questa tecnica nel 100% dei casi di protesi all’anca» spiega Baldo, che ormai è anche insegnante di questa tecnica a livello nazionale e internazionale, è nell’advisory board del comitato che ne stabilisce le modifiche ed è titolare dell’Academy italiana.