Un mistero al Sacro Monte

Dopo il “drago di Breno” al Sacro Monte si parla di mummie. O meglio di frammenti umani mummificati, rinvenuti a seguito di uno scavo interno al Santuario nel 2001 che portarono alla luce un’area funeraria adibita a ossario comune.

I reperti archeologici rinvenuti sono stati presi in carico dalla Soprintendenza archeologica. E sarà proprio questo uno degli argomenti trattati nell’uscita di fine luglio della rivista dell’associazione Amici del Sacro Monte.

A spiegare le ricerche condotte in merito alle mummificazioni , ricercatrice di paleontologia all’Università dell’Insubria.

«Normalmente ci portano i resti umani rinvenuti negli scavi in laboratorio per studiarli sotto il profilo antropologico. in questo particolare caso, la cosa strana è che questi frammenti si siano mummificati naturalmente: si tratta di una conservazione anomale, molto particolare».

I reperti, ancora al vaglio degli esperti, si ipotizza che possano risalire a fine età medievale. «La camera funeraria rinvenuta veniva utilizzata nell’alto Medioevo. All’inizio vi erano quattro sepolture. Questa stanza successivamente fu utilizzata come ossario comune e inseriti all’interno di un centinaio di scheletri, c’erano queste porzioni mummificate». Nello specifico, lo studio del team dell’università dell’Insubria, composto anche da , dal tecnico radiologo e dal professor , si è concentrato sull’analisi antropologica di un cranio e su un arto inferiore di un bimbo.

«Tra i resti mummificati un cranio, diversi arti superiori, un piede e una gambina di un bambino. Il cranio e la gambina erano quelli di maggior interesse».

Così grazie all’approccio radiologico gli studiosi sono riusciti a risalire all’età della morte di questi due soggetti. «A seguito di una Tac abbiamo svolto uno studio identificativo del primo soggetto: il cranio appartiene a maschio con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni di razza caucasica». Meno certa l’età del decesso del bimbo, identificato di sesso maschile.

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