Un nuovo albergo, un nuovo concorrente sul territorio quando gli affari non vanno esattamente a gonfie vele e l’operatività di Malpensa migliora, ma rimane ben lontana dai numeri del 2007 con sei milioni di passeggeri in meno all’anno.
Dopo lo Sheraton all’interno del terminal 1, il prossimo 1 settembre sarà aperto il Moxy, hotel 3 stelle a cento metri dal terminal 2, l’aerostazione “low cost” interamente dedicata a easyJet. Ma stavolta gli albergatori della zona non erigono barricate e chiedono piuttosto alla politica scelte decise sul futuro di Malpensa.
A parlare è il vicepresidente di Federalbergi di Varese: «Moxy è il benvenuto, il suo direttore è un buon collega che abbiamo già incontrato ma, a questo punto, è necessario che le istituzioni la smettano di giocare e decidano cosa fare per il territorio, se Malpensa è importante o no». Si chiedono azioni. «La politica intende far funzionare il sistema Paese?» domanda Venturi. «Malpensa è un aeroporto centrale per lo sviluppo del traffico aereo italiano, qui si stacca (o almeno si staccava) il maggior numero di biglietti per le tratte a lungo raggio ma i voli ci devono essere. Come hanno dimostrato i fatti, non è stata Malpensa la causa dei conti in rosso di Alitalia».
Il nuovo hotel viene quasi considerato un collega della “incerta” sorte. «È in un’ottima posizione e la struttura è moderna, diversa da tutte le altre, ma il momento è difficile per tutti: basti pensare che si è persino pensato alla chiusura del T2 per riuscire a riempire il T1».
C’è dunque da decidere il destino dell’aeroporto: qui si gioca la sfida del futuro per gli albergatori della zona. Soltanto tra Somma Lombardo e Cardano al Campo, i Comuni dove è sorto il maggior numero di hotel dopo l’apertura della grande Malpensa, c’è un’offerta di almeno 1.500 camere. Senza contare le 400 stanze dello Sheraton, dentro il T1.
«Il tasso di occupazione delle stanze non supera il 50%, siamo in zona sopravvivenza, costretti oltretutto a vendere le camere a poco prezzo», appunta il vicepresidente di Federalberghi, titolare dell’hotel Cavalieri della Corona di Cardano al Campo. «L’anno scorso è stato drammatico, il peggiore degli ultimi vent’anni, con i bilanci delle strutture ricettive in profondo rosso», rende noto Venturi. «Per fortuna il 2014 sta andando molto meglio, è un anno di respiro, ma non siamo ancora fuori dalla zona sopravvivenza o ai livelli del 2007 quando, tra l’altro, c’erano 600-700 stanze in meno in zona, lo Sheraton ancora non esisteva al T1 e l’aeroporto contava 5 milioni di passeggeri in più con destinazioni oltreoceano. Inoltre, sul fronte occupazionale, c’è il problema della cassa in deroga che non può più essere utilizzata da chi non ha usato tutte le ore a disposizione l’anno scorso».
Ora la speranza si chiama Expo 2015. «Confidiamo nell’Esposizione universale ma l’evento è eccezionale. Il vero problema sarà nel 2016 quando le scelte di Alitalia e le prospettive di Malpensa saranno decise, un dato di fatto», ragiona Frederick Venturi. «Io sono fiducioso e voglio credere che l’importanza e la centralità di Malpensa per il sistema aeroportuale italiano, non potrà essere trascurata. Bisognerà pur fare qualcosa e finché non sarò smentito dai fatti, voglio continuare a pensare che la situazione migliorerà. Oppure stanno spendendo centinaia di milioni di euro nel restyling del T1 e nel collegamento ferroviario tra i due terminal per niente? Sarà il mercato a dirci se la gente vorrà dormire negli hotel a Malpensa, ma si faccia vivere questo scalo».
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