Un permesso beffa l’autobus dei frontalieri

Manca un’autorizzazione e salta il bus dei frontalieri. Ha del paradossale la vicenda iniziata lo scorso 18 dicembre e che avrà i suoi strascichi con l’anno nuovo.

Un bus dell’Autolinea Mendrisiense (Amsa) è stato sequestrato per due ore oltre confine. È successo quando la polizia statale italiana, dopo un controllo, ha contestato la concessione federale svizzera avallata anche dal Ministero dei trasporti della vicina penisola. Il veicolo, che dal 2009 garantisce un collegamento da Mendrisio a Porto Ceresio passando per Brusino Arsizio, è stato fermato perché non disponeva di un’autorizzazione internazionale. Per ripartire e riavere l’automezzo, l’Amsa ha così dovuto pagare una cauzione di 2000 euro.

Il servizio, inoltre, complice la brutta sorpresa sarà garantito solo fino al 31 dicembre. Dopodiché le corse verranno sospese precauzionalmente a partire dal primo gennaio. Facendo, per il momento, cessare, un servizio molto apprezzato dall’utenza svizzera e frontaliera. Ecco perché , assessore di Porto Ceresio alla Viabilità e al frontalierato entra a gamba tesa sul caso. «Non posso che essere rammaricato per quanto accaduto – evidenzia – anche perchè il servizio in questione oltre ad essere operativo da qualche anno è molto importante dal punto di vista viabilistico visto che permette ai frontalieri del luogo e non solo di raggiungere la vicina Confederazione.

Il triste fatto accaduto l’altro giorno oltre ad essere completamente sbagliato va controtendenza perché visto che le nostre imprese delocalizzano in Svizzera perchè non ce la fanno a sostenere il carico fiscale che da anni attanaglia il nostro Paese, è proprio in questo momento che bisogna intensificare i rapporti di collaborazione con la vicina Svizzera». Ma il caso in questione segna un nuovo punto di attrito. «Anche perché – conclude Medici – andare a intaccare un progetto che era partito come idea pilota di collaborazione con enti di oltre confine ed è tuttora funzionante in maniera splendida, oltre ad avere dell’assurdo, rischia di porre fine entro pochi giorni a questo servizio di successo, recando non pochi danni».

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