Grande emozione ieri mattina in Sala Matrimoni durante la presentazione del rinato Premio Ecologia Città di Varese intitolato alla memoria di : un premio nato nel 1973 per volontà dell’indimenticabile “Prof.” e finito nel dimenticatoio dopo il ’93 per mancanza di fondi, e che ritorna dopo un quarto di secolo grazie ad uno sforzo congiunto dell’Amministrazione Comunale e l’Associazione Schiaparelli per diventare il biglietto da visita internazionale del Festival Nature Urbane. A raccontare, commosso, la genesi dell’operazione
di rilancio in grande stile il vicesindaco Daniele Zanzi, per il quale Furia fu un vero e proprio maestro di vita. «Nasce, il Premio Ecologia, dalla mente di un visionario, che lo volle intitolare alla Città di Varese, lui che, nativo di Catania, era più varesino di tanti varesini e che più di tanti altri ha incarnato l’amore e la passione per una città, che identificava nei suoi alberi». Naturalista, ricercatore ma soprattutto grandissimo divulgatore, Furia aveva elaborato un concetto di scienza popolare rivoluzionario, che mirava a portarla in maniera semplice in tutte le case. «Un uomo che oltre alle parole faceva i fatti, un trascinatore. Lo conoscevo fin da ragazzino, da quando frequentavo con un manipolo di coetanei la cittadella del Campo dei Fiori; fu lui a convincere mio padre a farmi seguire la vocazione: mi ha insegnato la curiosità della vita, e aveva un forte senso del trascendente, che vedeva in tutto ciò che di bello porta la Natura: una persona positiva, appassionata, sempre in prima linea quando c’era a difendere l’ambiente, il lago, i parchi, gli alberi, ma anche nella manualità del quotidiano, anche nel periodo della grave malattia che lo aveva colpito».
La giornata dedicata al Premio Furia sarà quella di lunedì 2 ottobre. Alle 18:30 verrà messa a dimora nei Giardini Estensi, vicino al faggio abbattuto (nei pressi della Biblioteca Comunale), una pianta celebrativa: «per l’edizione di lancio abbiamo scelto una quercus castaneifolia perché in Varese non ci sono altri esemplari, come unico era Furia. Dal tronco del faggio lo scultore Rudy Cavallini intaglierà tre visi di bambine a simboleggiare l’armonia fra popoli; ogni anno verrà messa a dimora una pianta diversa in un parco cittadino». La cerimonia di assegnazione del premio, aperta al pubblico, si terrà a partire dalle 21 in Salone Estense: la medaglia in oro zecchino disegnata dallo stesso Furia e che riproduce un seminatore e la pergamena (con acquarello di Marita Viola) che si ispira a quella della Società Orticola Varesina andranno a Stefano Mancuso, un brillante ricercatore nato nel 1971 e fondatore della neurobiologia vegetale, ordinario presso l’Università di Firenze e l’Accademia dei Georgofili; suo il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale con sedi in Firenze, Kitakyushu, Bonn e Parigi. «Giusto assegnarlo a lui, l’italiano che sarà fra le venti persone che influenzeranno maggiormente la divulgazione scientifica nei prossimi vent’anni secondo il New York Times – ha concluso Zanzi – e che sta dimostrando proprio in questi giorni in Cina che le piante possiedono memoria ed intelligenza». Allievo e amico personale di Furia, anche Vanni Belli, direttore dell’Osservatorio del Campo dei Fiori, ha ricordato la portata pedagogica del “Prof.” unitamente al suo pionierismo sulle tematiche ambientali. «Le sue battaglie costruttive lo portarono a fondare non solo la Cittadella nel ’56 ma anche la Festa degli Alberi, le Giornate per l’Ecologia, a fare pulizia sulla Via Sacra e sulle funicolari, ad essere promotore della legge di tutela dei parchi regionali e a istituire il parco del Ticino e quello del Campo dei Fiori». E siccome il rilancio del premio è frutto di un lavoro di squadra, è giusto ricordare chi ha lavorato alacremente dietro alle quinte per far volare alto il nome del più appassionato dei varesini: Serena Contini ed Elena Emilitri.