Un prete cairatese ha sposato Wesley Sneijder

CAIRATE (c.c.) Anche nel dorato e luccicante mondo del calcio, anche in mezzo allo sfarzo più festoso brilla la voce della ricerca di Dio. Gli esempi sono a portata di mano. Di recente il calciatore della Juventus Legrottaglie ha raccontato del suo avvicinamento alla fede. E la stessa illuminazione ha toccato il cuore del fuoriclasse dell’Inter, Wesley Sneijder, convolato di recente a nozze con la splendida Yolanthe Cabau nell’altrettanto meravigliosa cornice delle colline toscane. Un amore da favola che ha incontrato sul suo cammino una grossa difficoltà:

Yolanthe è infatti di religione cattolica, così il talentuoso centrocampista nerazzurro ha deciso di intraprendere il cammino della conversione pur di coronare il suo grande sogno.
Un approdo figlio di una precisa ricerca e dell’aiuto di chi, quella ricerca, ha contribuito a fargli proseguire con entusiasmo, impegno e slancio di cuore ovvero monsignor Luigi Mistò, cairatese e direttore di Villa Cagnola a Gazzada Schianno nonché prete di casa al centro sportivo «Angelo Moratti», quartier generale dell’Inter. È lui che ha seguito il cammino di conversione di Sneijder, culminato con il battesimo prima della partenza per i Mondiali in Sudafrica. Ed è stato lui, sabato 17 luglio, a celebrare le nozze dell’anno nel Chianti. «Conoscevo Wesley già da diverso tempo – racconta monsignore – ha compiuto questo percorso di fede con libera scelta e con grandissimo impegno; io l’ho semplicemente aiutato a compiere questo percorso di fede; la sua sposa era già cattolica ma lui ha abbracciato questa fede indipendentemente da questo discorso».
Chi ritiene quindi che nel mondo del calcio non vi sia spazio per la dimensione spirituale ha qui la smentita migliore. «Wesley – spiega ancora don Mistò-  mi ha spiegato che in questo momento della sua vita la fede lo ha aiutato davvero molto; la gioia della pienezza del suo cammino di fede si è avvertita anche durante il suo matrimonio, sia lui che la sua sposa erano molto emozionati, molto partecipi di questo momento solenne». Si ha dunque piena conferma del fatto che anche in un calciatore alberga saldamente la freschezza di un richiamo alla fede e al vissuto religioso. Un richiamo che don Mistò ha avvertito anche in altri calciatori da lui aiutati a sintonizzarsi sull’onda di una fede in grado di dare all’esistenza un valore aggiunto e di conferirle quindi maggiore compiutezza e senso; ma su questo punto, don Mistò preferisce non sbilanciarsi; «il rapporto tra uomo e spiritualità – spiega infatti -anche ovviamente con riguardo ai calciatori è un fatto che attiene alla loro sfera personale, quindi occorre rispettare questa sfera».
Sneijder non ha quindi potuto festeggiare con i suoi “orange” la vittoria ai mondiali che hanno preso la strada della Spagna. Ma in sé ha ottenuto una vittoria ben più importante e duratura, in grado di scaldare il cuore assai più dei gol segnato proprio ai mondiali; la vittoria di una fede che lo ha portato e lo porterà a inquadrare la sua professione di calciatore, nella nazionale dei tulipani come nell’Inter delle meraviglie, in un orizzonte di vita più ampio e in un progetto di vita che abita in lui ma nasce ben al di sopra di lui.

f.artina

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