Il rombo delle amate moto, gli applausi, la pioggia e le lacrime. E un dolore che non può trovare pace. È questa la scena del funerale di , il quindicenne di Porto Valtravaglia morto settimana scorsa in un frontale con un’auto lungo viale Europa mentre stava andando a Luino per uno stage scolastico. Moltissime le persone presenti ieri pomeriggio per salutare l’ultima volta il ragazzo tragicamente scomparso a bordo della sua motocicletta.
Nelle navate della parrocchia di Porto si accalcano amici, conoscenti, compagni e professori del Centro Formazione Professionale di Luino: qui Diego frequentava il secondo anno alberghiero. Fuori, sul porfido bagnato dalla prima pioggia, moltissime persone si uniscono nel cordoglio. È il parroco di Luino, don , che concelebra la cerimonia funebre. La sua omelia è ricordo e forza: «Ognuno porterà nel cuore e nella mente Diego – afferma, e rivolgendosi direttamente al ragazzo scomparso –
il Signore adesso ti ha donato una terra nuova, un cielo nuovo senza male e senza dolore».I tuoni si fanno cupi sopra le vetrate che vibrano sulla gente tra le panche, sempre più vicine alla piccola bara coperta da fiori candidi, quasi a voler annullare i pochi metri dall’altare sul quale domina la bella gigantografia di Diego. Il parroco continua: «Come si può resistere in un momento così difficile? Gesù dice di prendere il suo esempio, il suo giogo diviso tra peso e leggerezza, leggerezza data dalla vicinanza di Dio. Ai parenti dico di proseguire nella benedizione e non nel maledire – termina con un invito rivolto a tutti- I prossimi giorni, gli amici ricorderanno Diego intimamente nella Chiesa di San Pietro in Campagna a Luino». La funzione prosegue in un silenzio sospeso nel dolore.
A fine cerimonia una collega di Diego, che lavorava come stagista in un ristorante luinese, si rivolge al ragazzo. «Ci eravamo affezionati tanto a te, io ti chiamavo piccolo grande uomo. Le tue guance rosse, il tuo viso sorridente saranno sempre con noi». E prosegue dedicandogli un’ Ave Maria cantata.
Prima di lasciare la chiesa un professore, a nome del corpo docente e di tutti gli studenti del Cfp, dedica ancora una volta una preghiera al giovane; la stessa recitata nelle aule della scuola il lunedì successivo alla tragedia. «Non piangere se veramente mi ami», così si conclude la lettura. Fuori dalla chiesa la gente è aumenta, la folla faticosamente defluisce all’esterno. Le gocce di pioggia si fanno pesanti e due file di ombrelli serpeggiano sul porfido salendo le scalinate che portano alla via, anch’essa invasa dalle persone. Giovani studenti, autorità, forze dell’ordine e conoscenti circondano il carro funebre. Gli attimi sono lunghissimi, intervallati dal pianto, dalle parole di ricordo e d’affetto che tutti oggi sentono il bisogno di avere per Diego e per la sua famiglia.
L’uscita della bara è accolta da un lungo applauso che accompagna il feretro per pochi metri prima di essere sopraffatto dal rombo delle moto accese a massimi giri dai ragazzi, un modo personalissimo per salutare l’ultima volta il loro amico, da motociclisti a motociclista. Il fumo delle marmitte si alza tra i tetti e il carro funebre si muove tra la folla. Il corpo di Diego Mantovani sarà cremato e sepolto nel cimitero di Porto Valtravaglia.
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