Il ritorno dalle vacanze estive non ha fatto bene all’industria, ma Giorgio Squinzi confida nella ripresa autunnale. A settembre, la produzione industriale è tornata a scendere, segnando un calo del 2,9% su base annua e dello 0,9% rispetto al mese di agosto.
Lo rileva l’Istat, pubblicando anche i dati relativi al trimestre che non sono più confortanti. Nella media del periodo luglio-settembre 2014 la produzione industriale italiana è infatti diminuita dell’1,1% rispetto al trimestre precedente. Tornando indietro è
possibile trovare un dato più basso di questo solo nel quarto trimestre del 2012. A dirlo è sempre l’Istat, che specifica come nella media dei primi nove mesi dell’anno la produzione sia scesa dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2013.
L’istituto di statistica spiega che, su base mensile, a scendere più di tutte è la produzione di beni di consumo (-3,2%), seguita dai beni strumentali (-2,4%), dall’energia (-1,5%) e in misura «più lieve» dai beni intermedi (-0,8%). I dati sulla produzione industriale di settembre portano il segno meno in tutti i principali raggruppamenti dell’industria, anche se considerati su base annua. Gli indici registrano cali nell’energia (-3,6%), nei beni di consumo (-3,3%), in quelli intermedi (-2,8%) e strumentali (-2,7%).
Il dato della produzione industriale di settembre «è arrivato dopo un mese che è stato positivo, è chiaro che siamo in una situazione in cui c’è un mese di rialzo e un mese di calo: il trend non è certamente positivo» dichiara il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Dipingendo una situazione altalenante Squinzi aggiunge: «Penso che il dato di ottobre sarà migliore, stiamo a vedere».
Confermano il cauto ottimismo di Squinzi i dati pubblicati dal centro studi di Confindustria che stimano «un incremento della produzione industriale dello 0,4% a ottobre su settembre». La stima di ottobre di Confindustria prevede «nel quarto trimestre una variazione congiunturale acquisita di -0,1%». Una dinamica che – spiega l’indagine – è «coerente con il calo del Pil dello 0,2% nei mesi estivi».
Il calo della produzione industriale a settembre è «la testimonianza concreta dei gravi ritardi e della grave sottovalutazione della questione occupazionale nel nostro Paese». Affermano Federconsumatori e Adusbef in una nota, sottolineando che «senza un piano concreto i consumi continueranno a scendere e così la produzione industriale. È ora che il governo apra gli occhi». Anche per Giuseppe Farina, segretario confederale della Cisl il calo della produzione industriale «non è una sorpresa», e sulla manovra aggiunge che «non appare in grado di invertire l’attuale fase recessiva». La discesa della produzione industriale ha fatto traballare ieri mattina anche Piazza Affari, che subito dopo la pubblicazione dei dati Istat era l’unico mercato in calo a livello europeo. Il listino si è poi risollevato, con un rialzo finale dello 0,85% a 19.258 punti, tra scambi in calo per 2,3 miliardi di euro di controvalore.