Era il 2008 quando l’ingegner iniziò a interessarsi delle questioni sociali di Mare Rouge, una comunità che si trova nell’entroterra dell’isola di Haiti. «Conobbi don Giuseppe Noli – racconta – che era rientrato per qualche giorno da Haiti, dove gestiva una parrocchia. Sono rimasto molto colpito dai suoi racconti e gli chiesi quali fossero le priorità che andavano affrontate per aiutare la popolazione locale. Lui mi disse che il primo problema che urgeva di soluzione era l’acqua. Perfetto, pensai, io posso dare il mio contributo: sono un ingegnere idraulico». La popolazione stimata di quell’area si aggira intorno alle 25 mila persone stimata.
Ogni giorno, per più volte nell’arco di 24 ore, bambini e adulti dovevano percorrere un chilometro e mezzo per recuperare acqua potabile dal pozzo più vicino. Così, dopo un primo sopralluogo da parte del figlio del signor Bertani, Sebastiano, a cui tra maggio 2009 e agosto 2010 sono seguiti diversi rilievi, l’ingegnere ha progettato un acquedotto che entrò in funzione il 13 agosto del 2012. «Grazie a don Giuseppe, don Mauro e la Onlus Filomondo capofila dell’iniziativa,
che si è occupata degli aspetti tecnici e che ha raccolto oltre 230 mila euro per la realizzazione del progetto, abbiamo fatto arrivare dei container nel Mare Rouge contenenti tubi, pompe e pannelli fotovoltaici. Un’azienda edile del posto, grazie alla supervisione di un giovane ingegnere haitiano, ha assemblato il tutto». La fase esecutiva del progetto ha coinvolto la popolazione locale che, oltre ad essere stata pagata per il lavoro svolto, ha anche ricevuto un’adeguata formazione in merito al lavoro da svolgere e alle verifiche da compiere. Per loro è stato, infatti, stilato un manuale d’uso. «Oggi l’impianto fornisce 60 metri cubi di acqua al giorno. L’obiettivo finale è quello di raggiungere i 200 metri cubi che vuol dire dare circa 8-10 litri di acqua al giorno per abitante». Per la realizzazione di questa seconda parte del progetto, che permetterà anche alle frazioni lontane da Mare Rouge di dotarsi di acqua potabile, servono ancora circa 300 mila euro.
«Fondi che possono arrivare da finanziamenti pubblici, come è accaduta nella prima fase del progetto, ma anche da aziende private che possono poi detrarli dalle imposte». Consentire di costruire dei nuovi punti di distribuzione dell’acqua aiuterà notevolmente la popolazione a dedicare tempo ed energie ad altri lavori, oltre a migliorare decisamente le condizioni igienico sanitarie. «Abbiamo un anno di tempo per reperire i fondi necessari per l’ampliamento della rete idrica. Il tempo che ci serve per risolvere ad Haiti due problemi che sono in sovrapposizione». Il primo riguarda l’esenzione delle tasse di importazione sul materiale tecnico. Su questo fronte il vescovo si è già mosso e la macchina burocratica haitiana è già in moto. Il secondo, invece, riguarda la costituzione di un comitato locale nella nuova area che sarà interessata alla realizzazione della nuova rete idrica che possa interfacciarsi con quella già esistente del Mare Rouge. È don Claudio che si sta occupando di definire la questione.