«Non chiamatela più Arcisate-Stabio, è la linea internazionale Varese-Lugano, che farà uscire la nostra città dall’isolamento e la collegherà con il Nord Europa».
Ad affermarlo è l’ex ministro , che è uno dei “padri” di questa grande opera che tra qualche mese finalmente sarà completata con l’attivazione del servizio ferroviario transfrontaliero sulla tratta Varese-Mendrisio. «Arcisate-Stabio significa attivare i collegamenti diretti Varese-Lugano e Varese-Como – sottolinea Zamberletti, oggi presidente dell’Istituto Grandi Infrastrutture – Significa aprire una “Pedemontana ferroviaria” tra Varese, Como, Lecco, dove si aggancia alla Valtellina, e Bergamo. Grazie a quest’opera il Nord della Lombardia avrà finalmente una sua rete pedemontana ferroviaria, indipendente dal transito a Milano».
Parole che, alla vigilia della conclusione di un travagliatissimo iter, servono a smascherare l’equivoco di una tratta ferroviaria che, nell’immaginario collettivo, sembra ancora interessare soprattutto i Comuni della Valceresio, come se fosse un piccolo collegamento locale, quando in realtà aprirà finalmente le porte di Varese all’Europa.
«Non dovremmo più chiamarla Arcisate-Stabio – ragiona l’ex ministro dei lavori pubblici dell’ultimo governo Fanfani, nel 1987 – Quando iniziai a parlarne, quelli delle Ferrovie dello Stato andavano dicendo che “il ministro è fuori di testa, vuole fare un treno da Arcisate a Stabio…”, come per dire “chissenefrega” di collegare due paesini come Arcisate e Stabio. Poi ho portato loro le carte dicendo “non fatevi ingannare” e spiegando che si tratta di una bretella fondamentale. Perché consente, con pochi soldi e pochi chilometri, di collegare Varese, che è chiusa in un cul de sac, al Nord Europa, attraverso Lugano e il Gottardo».
Un problema, quello dell’isolamento della Città Giardino, che Zamberletti, nel breve periodo in cui fu alla guida del dicastero dei lavori pubblici, s’impegnò per risolvere.
«A Varese – ricorda – finisce l’autostrada e finisce la ferrovia. Oltre alla bretella ferroviaria c’era il progetto di collegarla all’autostrada svizzera, passando da Cantello, ma allora non fu colta l’occasione». A trent’anni di distanza invece, l’isolamento sta per essere spezzato dalla nuova linea internazionale Varese-Mendrisio-Lugano, che genererà, Zamberletti ne è convinto, «benefici anche per il turismo».
Resta un altro problema, o forse due: «La stazione di Varese non è decorosa, non è da linea internazionale – fa notare l’ex ministro varesino – Adesso per fortuna, grazie al recente protocollo con le Ferrovie, finalmente rifanno una stazione moderna, con le scale mobili e tutto il resto». Zamberletti si riferisce all’investimento di Rete Ferroviaria Italiana da 6 milioni di euro, che andrà ad aggiungersi ai 18 milioni già previsti dall’amministrazione varesina per migliorare l’intero comparto, annunciato poche settimane fa.
Resta solo un’ultima “battaglia” da condurre in porto, per Zamberletti che se ne fa portavoce ormai da anni: «Varese – spiega – è l’unica città capoluogo di provincia che non ha un collegamento diretto con la stazione Centrale di Milano. Da Varese si arriva o alle Nord o a Garibaldi, così chi deve andare a Roma, a Venezia, a Torino, deve per forza cambiare stazione per prendere il treno a Centrale. Per me, che a Roma ci vado spesso, è più complicato andare da Varese a Milano Centrale che da Milano a Roma, mentre anche Busto Arsizio e Gallarate il diretto per Centrale ce l’hanno».
Un’altra mancanza che sembra destinata ad essere risolta: «Finalmente l’iter è partito e si farà, passando da Regione Lombardia che ha l’ultima parola su questo tipo di decisioni, come per anni mi ha ribadito l’allora presidente di Fs Mauro Moretti, che mi rispondeva sempre che avrebbe potuto fare un treno da Varese a Roma Termini, ma non da Varese a Milano Centrale, senza l’ok della Regione».