GALLARATE Il volo dal tetto, da almeno dodici metri d’altezza, non gli ha lasciato scampo. Il 65enne Pietro Colombo, protagonista di una delle più intricate vicende giudiziarie degli ultimi anni, è morto ieri poco dopo le 16 in via Varese 55. Quasi certamente si è trattato di una disgrazia.
Colombo era l’imprenditore accusato dell’omicidio volontario della compagna Giuseppina Nicolini, annegata nel mare greco nella notte fra il 21 e il 22 maggio 2004 durante un viaggio sulla barca a vela Delfino Bianco.
Lo scorso 24 febbraio era stato assolto in primo grado dalla Corte d’Assise.
Secondo la prima ricostruzione, Colombo sarebbe scivolato mentre, dal tetto, tentava di raggiungere il balconcino del soggiorno di casa sua usando una scala a pioli. Nell’appartamento, in quel momento, non c’era nessuno: la moglie era uscita da qualche minuto.
L’uomo sarebbe salito sul tetto per pulire la grondaia. E’ bastato un piede in fallo, o un giramento di testa, per fargli perdere l’equilibrio e per farlo precipitare al suolo.
La palazzina al civico 55 di via Varese, dove Colombo abitava, è alta quattro piani. Il 65enne è morto praticamente sul colpo.
e.romano
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