CASTELVECCANA Gioelli. Documenti. E chiavi: una di queste, piuttosto misteriosa. L’enigma della scomparsa di Patrizia Rognoni, 57 anni, residente a Castelveccana, sparita nel nulla fra il 16 e il 17 settembre 2009, potrebbe essere risolto a partire da questi nuovi elementi. Sono gli oggetti trovati nella cassetta di sicurezza intestata alla donna in una banca di Luino.
L’attenzione degli investigatori è rivolta soprattutto ai documenti (la cui natura, per il momento, rimane ignota) e alla chiave. Quest’ultima, che porta inciso un numero, sembra poter aprire a sua volta un’altra cassetta di sicurezza. I nuovi reperti sono stati inventariati dal notaio varesino Ignazio Leotti, incaricato in questo senso dal giudice tutelare Claudia Bonomi: Patrizia Rognoni, infatti, è stata ufficialmente dichiarata scomparsa, e occorre qualcuno che ne amministri i beni in attesa (si spera) del suo ritorno; o che, nella peggiore, delle ipotesi, garantisca l’integrità del patrimonio da trasmettere ad eventuali eredi. Il giudice Bonomi ha perciò nominato come curatrice l’avvocato Ornella Daverio: è lei, finché la sorte della Rognoni non sarà stata chiarita, a gestire i beni di proprietà della donna.
E proprio nel corso dell’inventario dei beni di Patrizia Rognoni (un’azione che corre parallela, ma in maniera indipendente, rispetto alle indagini sulla sparizione coordinate dal sostituto procuratore Sara Arduini) è emerso il contenuto della cassetta di sicurezza. Gioielli a parte, adesso l’attenzione è rivolta soprattutto ai documenti: il giudice Bonomi dovrà chiarirne la natura (sono titoli di proprietà o finanziari? Documenti di identità? Libretti al portatore?). Anche la chiave, trovata in mezzo ad altre (fra cui una di automobile), portà con sé molti interrogativi: in particolare se, come appare, conduce a un’altra cassetta di sicurezza.
Intanto i carabinieri di Luino non hanno alcuna intenzione di dichiararsi vinti. E, in silenzio, continuano le proprie indagini. Dal loro paziente lavoro sembrano essere emerse due piste particolarmente promettenti: una indicherebbe che la soluzione dell’arcano si trova in Italia (e non in Svizzera, dove era corsa voce che si fosse rifugiata la donna); l’altra, più labile ma forse più promettente, aprirebbe invece scenari del tutto inediti sul caso Rognoni. Scenari sui quali gli inquirenti mantengono un ferreo riserbo. Dopo la scomparsa della Rognoni, in Svizzera venne rintracciato anche un conto corrente cointestato con un’amica. Conto che sarebbe stato svuotato poco prima che la donna di Castelveccana diventasse irreperibile.
b.melazzini
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