Solbiate Olona Una colomba bianca è volata in cielo per portare l’ultimo saluto a Matteo Lomazzi, il ventenne morto in un terribile incidente nella notte tra sabato e domenica a Gorla Minore. E’ stata liberata dai suoi amici più cari all’uscita del suo funerale, in segno di pace e di speranza perché Matteo sia sempre nei cuori delle tante persone che lo hanno amato. Una folla commossa ha riempito ieri pomeriggio la chiesa parrocchiale. Tantissimi gli amici di Matteo che si sono stretti nel dolore dei genitori Maria e Ottavio e del fratello Andrea.
Piene di amore e di speranza le parole pronunciate dal parroco, don Emilio Sorte, che ha esortato a non dimenticare mai Matteo: «Sentiamo un’emozione e un dolore palpabile dentro questa chiesa che accoglie centinaia di persone – ha detto il don – eppure se usciamo da qui in via Patrioti tutto continua come prima, il mondo non sa di questa tragedia che ci accomuna. Non permettiamo alla frenesia di questa società di spezzare queste emozioni, che non devono appartenere ad un solo momento,
ma che dovranno essere vive anche tra un mese, un anno, per sempre. Stiamo cantando alla vita, perché Matteo doveva vivere e non vogliamo dimenticarlo». Don Emilio ha parlato della sua morte come «di una follia ingiusta», a cui però va dato un senso: «Per farlo dobbiamo far sì che questa voglia di bene continui a costruire relazioni, vere e sincere. Facciamo rivivere ogni giorno la generosità, la voglia di vivere e l’entusiasmo di Matteo e non facciamoci mai piegare dalla morte, perché Matteo continuerà a vivere dentro di noi». Commoventi le parole pronunciate al termine della cerimonia da un amico della famiglia: «Ti ricordo quando eri bambino con il tuo grande sorriso e quei capelli biondi a spazzola, quasi invidiati. Con gli anni quel sorriso è diventato il biglietto da visita del tuo cuore. Sul sentiero della tua vita hai lasciato una straordinaria scia d’amore. Ci mancherai, ma non sarà una lapide a dire l’ultima parola, stasera si accenderà nel cielo una nuova stella».
Valeria Arini
f.artina
© riproduzione riservata