– Quattro anni senza Laura Prati: questa sera Cardano la ricorda nello stesso modo in cui la commemorò, spontaneamente, quella sera del 22 luglio del 2013, ovvero illuminando la scalinata del palazzo municipale dove la “sindaca” fu aggredita e che oggi è intitolato alla sua memoria. «La lettura di brani ad alta voce mi riporta a quell’ultima notte in ospedale con mia mamma» rivela il figlio di Laura Prati, , che invita tutti a partecipare alla commemorazione, a partire dalle 21.
«È il momento più intimo, dopo quello istituzionale del 2 luglio – fa sapere Erica D’Adda, senatrice del Pd e presidente dell’associazione Laura Prati – Lo ripetiamo nello stesso modo in cui è nato spontaneamente quella notte di quattro anni fa, nato dal cuore della gente che portò i lumini sulla scalinata del Municipio, per sentirsi tutti più vicini a Laura che se n’era andata».
Sulla scalinata illuminata ciascuno potrà leggere, anche solo idealmente, qualche brano di un libro, anche questo un gesto spontaneo di quella sera di dolore del 2013, per richiamare l’ultima notte passata in ospedale dal marito Pino e dal figlio.
«Questa serata è sempre particolare per me – confessa Massimo Poliseno, il figlio più grande di Laura, appena laureato – ma ciò che più di tutto mi emoziona è la lettura, quella fatta ad alta voce dagli attori, così come quella ideale di chi viene portando con sé un proprio libro. Mi emoziona perché la vedo come la continuazione, la ripetizione, di un gesto che ci venne spontaneo fare l’ultima notte trascorsa in ospedale con mia mamma a Varese, quando io e mio padre ci alternammo per tutta la notte leggendole le pagine restanti de “Il buio oltre la siepe”, che pochi giorni prima aveva iniziato a rileggere».
Come aggiunge , che è stata molto vicina alla Prati soprattutto supportandola nella sua sfida per le primarie che la portò alla candidatura a sindaco, «Laura – ed è un aspetto che forse era meno conosciuto di lei, anche se lo coltivava molto – amava molto la letteratura, ed è per questo che invitiamo ciascuno a portare un libro che idealmente vorrebbero leggere per lei o comprarlo insieme a lei. È un bel modo per ricordarla». Non solo, D’Adda pensa che dopo quattro anni sia anche arrivato il momento di «scrivere di Laura Prati, raccogliendone la storia della sua vita, da donna lavoratrice a sindaca. È un pezzo di storia politica e delle donne in politica del nostro territorio».
Anche perché, sottolinea la senatrice del Pd, «Laura ha lasciato un vuoto profondo, e oggi che il mondo è cambiato rispetto a quattro anni fa, con tutto il cinismo e la violenza verbale che ci circondano, ricordare la sua dolcezza e pacatezza, nella sua grandissima forza e combattività, lascia un segno profondo».
Per Erica D’Adda, «più passa il tempo e più la sua figura emerge, si staglia, diventa sempre più punto di riferimento. Probabilmente, se tornasse oggi, non riconoscerebbe più nulla del mondo politico, e non si troverebbe più per come viveva lei la politica. Anche se spero che da là dov’è riconosca non dico i suoi valori, ma almeno le cose in cui credevamo e per cui volevamo combattere, in qualcuno di noi».