Una notte al Liceo tra arte e amore «Perché i classici affascinano ancora»

Venerdì 13 l’iniziativa al “Leonardo da Vinci - Giovanni Pascoli” di Gallarate

Una notte al Liceo, venerdì 13 gennaio 2017 dalle 20.30 alle 24: non è il ritorno sullo schermo del film “Una notte al museo”, ma, assicurano dai Licei dei Tigli di Gallarate, l’iniziativa si preannuncia altrettanto coinvolgente ed emozionante.

Perché un simile evento? Per dimostrare che il Liceo Classico è vivo e vegeto «in piena forma e in grado di far provare emozioni che non sarà facile dimenticare», scrivono dal Liceo “Leonardo da Vinci – Giovanni Pascoli” di Gallarate. Una scuola che continua a fare storia non solo nel Gallaratese, con docenti validi e la possibilità di una preparazione superba.

Ecco allora che, dinnanzi a chi non conosce il valore di un Liceo Classico, l’istituto guidato da Nicoletta Danese non si fa scappare la possibilità di informare e far capire. L’appuntamento è venerdì 13 gennaio.

«Vi stupiremo con spettacoli, esibizioni canore e musicali, mostre, esperienze di laboratorio ed altro ancora: tutto questo avrà, come filo conduttore, l’amore: Frammenti di un discorso amoroso è il tema che accompagnerà i nostri ospiti, coinvolgendoli in una riflessione tra filosofia, letteratura, arte e musica», spiega la prof. Rossella Calloni.

In una notte dedicata all’amore non mancherà l’osservazione del cielo stellato: al centro della serata, ci saranno la conferenza sulla nostra galassia, tenuta dall’ingegnere Dario Kubler, e rappresentazioni di miti legati alle stelle e all’amore.

L’evento sarà in rete con più di trecento licei italiani per la Notte nazionale dei Licei classici, in unione con ADAA (Associazione Divulgazione Astronomica e Astronautica). Per i Licei dei Tigli, per l’Associazione Amici dei Licei e per il Comitato Genitori, è «un’occasione davvero speciale: vogliamo trasmettere la nostra passione per la cultura classica e la convinzione che essa ha ancora tanti modi per stupire ed affascinare».

Non resta che cogliere l’occasione: studenti, genitori, giovani o adulti dovrebbero provare per credere, non per una strenue difesa di un corso di studi che rimane unico e insostituibile, ma perché non si può gettare al vento una cultura come quella classica che apre le menti.