Un patto tra tutti gli amministratori locali, al di là del colore politico di giunta e sindaco, per gestire l’emergenza immigrazione in modo corretto e per distribuire in modo omogeneo i richiedenti asilo politico sul territorio della provincia di Varese. È la proposta avanzata dalla Rete dei Sindaci per l’accoglienza della provincia di Varese, sorta proprio per aiutare le amministrazioni locali nella gestione del problema e di cui, da poco, è entrato a fare parte anche il capoluogo.
La situazione sul nostro territorio, come dimostrano i casi di Busto Arsizio, Uboldo e Saronno, giusto per fare qualche esempio, sta sfuggendo di mano. «In relazione alle recenti iniziative di alcuni colleghi primi cittadini, atte a rendere più difficoltose le modalità di realizzazione di progetti di ospitalità – affermano i portavoce della Rete Civica, sindaco di Comerio e sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca – segnaliamo ancora una volta come l’unico modo reale e concreto di gestire l’emergenza immigrazione sia quello di un patto tra amministratori locali che permetta di distribuire queste persone in modo omogeneo sul nostro territorio». Con l’ingresso di Varese, la Rete dei sindaci rappresenta ormai circa un terzo della popolazione residente; oltre al capoluogo, anche altri comuni hanno aderito. «Le nostre esperienze quotidiane ci dimostrano con i fatti – proseguono Aimetti e Passera – che la realizzazione di un progetto di accoglienza diffusa, ovvero massimo tre persone ogni mille abitanti, sia l’unica modalità gestionale che permette di evitare qualsiasi tipo di problematica sia di tipo speculativo, sia dal punto di vista dell’integrazione delle persone all’interno delle nostre comunità e questo anche mediante l’attivazione di progetti di volontariato che possano impiegare i richiedenti asilo in attività di pubblica utilità». Un metodo applicato con successo proprio a Comerio e Maccagno, ma anche a Luvinate, Barasso e Besozzo ad esempio, che sta dimostrando di funzionare. «Riguardo alle polemiche sui soggetti che gestiscono i progetti di accoglienza come associazioni e cooperative – dichiarano i due portavoce – ricordiamo che noi saremmo i primi ad essere danneggiati da gestioni non corrette e a tal proposito chiediamo agli enti competenti ispezioni e controlli puntuali sul loro operato». La Rete dei Sindaci chiede poi che il doveroso rispetto dei regolamenti riguardo agli immobili destinati all’accoglienza, «non diventi motivo di discriminazione nei confronti dei migranti». Aimetti e Passera ribadiscono la disponibilità della Rete a supportare iniziative che permettano ai sindaci del varesotto di realizzare progetti di accoglienza «al di là delle posizioni politiche di ciascuno ma solo in riferimento a una gestione solidale del territorio».