Gilegno, un’azienda di famiglia artigiana nel settore del legno che sa il fatto suo. E che ha risposto alla crisi investendo, con l’installazione di pannelli fotovoltaici, così da essere autosufficiente almeno al 50 per cento, e con un impianto di cogenerazione grazie al quale, mediante il riutilizzo degli scarti del legno vergine, viene creata acqua calda, utile agli essicatoi. È da qui, da chi lavora la materia prima, che ha inizio il ciclo di un’attività produttiva affascinante e molto seria che consente di avere legno per mobili e pavimenti.
Le origini dell’azienda risalgono al 1959 quando apre una piccola segheria di legname, poi trasferita dal centro di Somma Lombardo alla sede attuale, in via Giusti, dove nel 1973 nasce la Grossoni &C con l’entrata in società dei figli e che poi diventa Gilegno di Grossoni & figli. Una storia di quelle familiari fatta di passione, condivisione e fatica comune che ha radici solide e uno sguardo proiettato al futuro.
«Abbiamo attraversato periodi difficili ma la nostra capacità,
essendo un’azienda familiare, è quella di aver avuto la situazione sempre sotto controllo», dice Daniele, il fratello maggiore. «Abbiamo fatto gli investimenti giusti su alcune lavorazioni e se gli anni peggiori della crisi ci hanno strappato il 30% circa di fatturato, non abbiamo mai lasciato a casa nessuno, e di questo siamo orgogliosi, e adesso possiamo parlare di una piccola ripresa».
Il lavoro va dal tronco al taglio in tavole, alla lavorazione avanzata di semilavorati per l’industria: alla Gilegno non manca proprio niente. Neanche le certificazioni Fsc, a livello mondiale, e Pefc, europea, che indicano il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia del legno, ossia l’utilizzo di legnami presi laddove si è già provveduto al rimboschimento.
Vasta la gamma di prodotti offerti dalla Gilegno: dal tavolame ai pannelli, non senza servizi rapidi di consegna. L’attenzione è massima in tutte la fasi della lavorazione: taglio, listellatura, essicazione, «una volta al naturale con 3-4 anni di attesa, ora grazie a dei forni che asciugano il legno in 3- 4 mesi», spiega Daniele. Quindi la lavorazione dei pannelli o lamellare, prima della squadratura e, infine, la vendita. E non si butta nulla perché tutti gli sfidi di legno vengono riutilizzati per produrre acqua calda da usare in azienda. La materia prima proviene per l’80 % dall’estero, Francia, Croazia, America e Severino Grossoni va di persona a collaudare il materiale da acquistare. Ma anche la vendita torna in gran parte all’estero. «Abbiamo ampliato il mercato estero, verso alcuni Paesi dell’Unione europea ma anche verso i Paesi arabi», annota Daniele.
«Poi c’è il centro Italia, mentre la zona di Monza e Brianza un tempo molto fiorente, al momento è un po’ in sofferenza».
Alla Gilegno i clienti sono seguiti in tutto e per tutto, a partire dalla scelta del legno, «con un servizio dalla A alla Z», confermano con soddisfazione i due fratelli titolari dell’attività di cui il padre Ernesto, 83 anni, è ancora socio. E la generazione va avanti con il nipote Riccardo già impegnato in via Giusti. Perché lavoro e passione possono essere “di famiglia”.