VARESE Sarebbe morta stroncata da una meningite fulminante. Desirée Ciapanna, 21 anni, varesina residente a Sant’Ambrogio ma nata e cresciuta a Schianno. E’ spirata nella notte tra il 7 e l’8 febbraio scorso in un appartamento di Saint-Martin-d’Hères (vicino a a Grenoble, in Francia) dove si trovava grazie a una borsa di studio dell’università dell’Insubria. E’ stata trovata esanime dal custode del campus la mattina dell’8 febbraio e secondo il capo della polizia giudiziaria di Grenoble la ragazza «era morta da una decina di ore al momento del ritrovamento». Non sono stati resi noti per ora molti altri dettagli, se non che «sul corpo – come ha dichiarato l’ufficiale – non sono stati trovati evidenti segni di violenza». E nel pomeriggio di ieri alcuni media francesi, anticipando il risultato dell’autopsia, hanno parlato di «meningite fulminante».
La gendarmeria di Grenoble si è messa in contatto con le autorità italiane. I carabinieri di Varese confermano di aver ricevuto la richiesta di rintracciare i famigliari della ragazza (subito partiti per la Francia) da parte della polizia francese.
Desirée viveva a Varese, nel quartiere di Sant’Ambrogio, con i genitori e il fratello minore, Samuele di 16 anni. Aveva studiato al Keynes di Gazzada Schianno, il Comune dove la famiglia abitava fin da quando era nata. Erano rimasti lì per più di un ventennio poi, tre anni fa, si erano trasferiti. Fino a quel momento la ragazza aveva sempre frequentato l’oratorio del paese, proprio come il fratello minore. La famiglia è ben conosciuta nell’ambiente anche perché
i genitori di Desirée partecipavano al “gruppo famiglie”, e lei spesso andava con loro. La notizia in breve si è diffusa tra gli abitudinari dell’oratorio e tra gli amici di vecchia data, e giovedì sera la comunità di Gazzada si è trovata per recitare il rosario nella chiesa parrocchiale, particolarmente affollata in questa triste occasione. «Nei prossimi giorni faremo una veglia di preghiera in oratorio», annuncia il parroco, don Angelo Fontana, che confermerà il prima possibile data e ora. Sarà un momento rivolto in particolare ai coetanei e ai ragazzi dell’oratorio, molti dei quali erano cresciuti con lei o con il fratello. «Io sono arrivato quattro anni fa e la famiglia si è trasferita a Varese dopo soltanto un anno – racconta don Angelo – ma qui se la ricordano tutti, molti di loro sono stati compagni di scuola».
Francesca Manfredi
e.marletta
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