Si mette in mostra la terra varesina, quella dei laghi e della brughiera, del Sacro Monte e dell’eremo di Santa Caterina o del Chiostro di Voltorre. Nessun vezzo, piuttosto il desiderio e anche la convinzione di poter attrarre e diventare meta turistica, sulla scia di Expo ma senza credere più di tanto a un giro di boa dettato soltanto dall’avere l’Esposizione universale alle porte di casa.
L’obiettivo del rilancio del varesotto è un punto a sé, quasi un dovere verso luoghi che non possono essere tenuti nascosti ma vanno fatti conoscere con vanto. Generando, di seguito, lavoro e occupazione. Un obiettivo a cui credono la Camera di Commercio e una serie di operatori che hanno creato i Club di Prodotto, strumento per rilanciare il territorio varesino, da sud a nord, sfida da vincere senza confini, con uno unico spirito di squadra.
Non si chiede concorrenza ai Club, piuttosto sinergie e complementarità, in pieno stile Camera di Commercio che ha lanciato l’iniziativa in vista di Expo, ma non per fermarsi all’anno 2015. «Il nostro territorio costituirà una sorta di “stand a cielo aperto” con un contesto imprenditoriale e delle bellezze naturali che nessuno spazio interno potrà mai riprodurre», afferma il presidente dell’ente camerale varesino . «E questo beneficiando della presenza della principale porta d’ingresso della manifestazione, ossia Malpensa».
Varese ci crede e ci prova, con coraggio e determinazione. Sei i Club di Prodotto ritenuti in grado di offrire un valore aggiunto al territorio: Cavalli Varese, Lago Maggiore bike hotels, Le vie della civiltà, Varese 4 business, Varese Food & Wellness, Varese la provincia con le ali.
Una varietà di proposte che ruotano intorno ai temi macro di benessere e salute, natura ed enogastronomia, arte e cultura, business, shopping, artigianato. Un mondo a portata di turista per far sentire a casa l’uomo d’affari e la famiglia con bambini, ma anche i giovani o una coppia di adulti alla ricerca della storia di un territorio che è anche archeologia.
Si potrà andare a cavallo, essere guidati o pedalare in solitaria in tour in bicicletta o su impervi sentieri da mountain bike, mangiare bene e scoprire un territorio dai sapori ancora sconosciuti, ma anche fare sport e business, oltre addirittura possibili esperienze di volo. Ci sarà da stare bene nel trovare ospitalità in terra varesina, ben disposta non a catturare ma a fidelizzare i turisti.
La progettualità è ampia e ha saputo toccare una quarantina di comuni da Luino a Marnate, da Sesto Calende a Lonate Pozzolo, ottenendo addirittura il riconoscimento di “progetto pilota” da parte della regione Lombardia. Il presidente Scapolan ne ripercorre brevemente la storia. «Siamo partiti dagli incontri a Ville Ponti nella primavera 2013 e dal coinvolgimento degli operatori all’interno dei “Gruppi di lavoro” attivati anche online sui social network». Quindi la pubblicazione del bando in autunno e la valutazione delle 18 idee progettuali presentate. Alla seconda fase ne sono state ammesse 11 e a febbraio 2014 la Commissione di esperti ha valutato i 9 progetti esecutivi presentati per sceglierne, infine, 6. «Volevamo stimolare una progettualità condivisa ed evitare la frammentazione delle iniziative», spiega il presidente della Camera di Commercio che può vantare un grande gioco di squadra anche nella sua stessa struttura.
Nel trienno 2014 – 2016 sarano erogati contributi per 1 milione e 50mila euro (750mila euro dalla Camaera di Commercio e 300mila euro dalla Regione), ma gli investimenti generati dai Club superano i 2 milioni e mezzo di euro coinvolgendo 114 imprese, 3 associazioni di categoria, 26 tra consorzi, fondazioni e altre realtà del mondo associativo. «I singoli Club di Prodotto hanno sviluppato un’offerta innovativa in vista di Expo ma non solo», commenta Scapolan. «Si sono messi in rete diversi operatori,
imprenditoriali, associativi e istituzionali per concretizzare un’offerta turistica sempre più vicina ai gusti di un pubblico attento ed esperto, desideroso di vivere “un’esperienza”». Il contributo è concreto perché il sistema Varese colga le occasioni di crescita e di sviluppo socioeconomico che la manifestazione universale sarà in grado di generare. Capitalizzare Expo, dunque, ma andare anche oltre. «L’Esposizione universale non è un punto d’arrivo. Sarà un banco di prova per noi molto importante perché darà un ritorno economico e di visibilità, ma dobbiamo guardare a dopo il 2015. E la strada da percorrere è quella di sistema», indica Scapolan. «Non possiamo sbagliare».
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