VARESE Mamma mia che gattone! L’avrà pensato chi, trovandosi nel cortile di via Corridoni, avrà visto un grosso felino tigrato acciambellato davanti all’ingresso della clinica veterinaria del dottor Rainer Schneider. Il “gattone”, in realtà, è un tigrotto di 4 mesi, che pesa circa 40 chili e che è in cura nella clinica perché soffre di osteogenesi imperfetta, un problema di calcificazione delle ossa paragonabile all’osteoporosi delle persone anziane. Una patologia dovuta al fatto che mamma tigre non l’ha
mai allattato, forse per assenza di istinto materno. Dopo un mese di cure Romeo ha ancora un’andatura un po’ traballante ma, grazie a bagni di sole artificiale UVA e UVB ed iniezioni di vitamina D3, sta già molto meglio. Presto, forse già tra 15 giorni, tornerà al Parco Faunistico delle Cornelle di Valbrembo, vicino a Bergamo, dove Rainer Schneider è direttore sanitario. «Il problema è che ci si affeziona – racconta il veterinario – Romeo ha imparato a riconoscermi e mi segue ovunque».
Il tigrotto, abituato agli esseri umani dai quali è stato svezzato con latte specifico per felini, è diventato la star della clinica. Sta tutto il giorno libero tra gli ambulatori e ha trasformato la scrivania del dottore nella sua cuccia. Fa fusa molto forti, capaci di spaventare chi non è avvezzo a simili effusioni di affetto. Ogni giorno si mangia due polli interi e soffre la solitudine: se lasciato solo in una stanza dopo un po’ mette fuori il muso in cerca di coccole e di qualcuno che gli lanci il pallone. Il corridoio della clinica è stato trasformato in un campo di calcio e sono tutti incantati a guardare le scorribande dell’inconsueto paziente.
«Il movimento serve a rinforzare la muscolatura ed molto adatto il “pavibollo” del mio studio, simile a quello della metropolitana, che non è scivoloso» spiega il veterinario. Romeo si fa accarezzare, ma bisogna stare attenti a non farlo innervosire, altrimenti il rischio è quello di prendersi una zampata. Ma niente paura. Mamma tigre, non allattando il tigrotto, non gli ha dato neppure l’imprinting. Di conseguenza Romeo non ha mai imparato ad usare gli artigli. Cosa che, con tutta la sua buona volontà, neppure il dottor Schneider sarà in grado di insegnargli. E forse è meglio così, considerando che da adulto Romeo peserà ben 2 quintali.
Adriana Morlacchi
e.marletta
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