«Qui un’eccellenza europea del trasporto aereo. Ora avanti sui collegamenti: quello ferroviario tra il T2 e Gallarate e il completamento della Pedemontana». L’orgoglio del governatore , da varesino, per lo hub cargo di Malpensa al centro della sfida della logistica lanciata dal piano d’azione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma anche per una Lombardia nei cui aeroporti transitano «i due terzi del traffico merci in Italia», tra Malpensa e Bergamo.
«Un grande lavoro di squadra che fa del nostro territorio un’eccellenza europea anche nel settore del trasporto aereo. L’unico rammarico, da varesino, è che l’aeroporto continui a chiamarsi Milano Malpensa, visto che siamo in provincia di Varese…ma va bene così» scherza Maroni sul palco, davanti al ministro Delrio che a sua volta aveva, sorridendo, rivendicato il “primato” manifatturiero della sua Emilia-Romagna sulla Lombardia. Tra i due c’è feeling e collaborazione, lo si vede.
«Con Delrio si lavora bene – ammette il governatore, a margine del convegno – il lavoro di squadra di cui parla è il metodo che continuiamo ad usare: ha contribuito al successo di Expo e a tante iniziative comuni in particolare sulla mobilità, dal completamento delle infrastrutture alla gestione delle strade lombarde». Su questo fronte, le opere strategiche per riaffermare la centralità di Malpensa sono due: «Con Anas e Rfi siamo già al lavoro per completare i collegamenti ferroviari, come la bretella T2-Gallarate per far diventare Malpensa punto di riferimento per il trasporto ferroviario verso il Nord Europa, grazie all’imminente apertura della Arcisate-Stabio – sottolinea Maroni – se poi riusciremo a portare a termine anche Pedemontana risolvendo i problemi il disegno sarà completato. Confermo l’impegno della Regione ad andare avanti in questa direzione».
Già, Pedemontana, a una settimana dalla sentenza sul fallimento, attesa per il 4 dicembre. Maroni ha chiesto un “aiutino” a Delrio per far ripartire l’opera, che è considerata strategica anche nel “position paper” presentato ieri? «No – risponde il governatore – se non quello di dare finalmente il via libera, atteso da più di un anno, al secondo atto aggiuntivo per Pedemontana, che è fermo. È una cosa molto “romana”, perché il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’ha
approvato, il Cipe l’ha approvato, ma manca la firma del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Contribuirebbe a risolvere i problemi di Pedemontana: non si capisce perché non sia stato ancora approvato dal Mef, io continuo a insistere e spero che il ministro Delrio mi dia una mano in questo. Si tratta solo di un atto formale, ma con quello che sta succedendo su Pedemontana sarebbe molto utile. Sono ottimista e fiducioso, settimana prossima avremo l’esito, ma tutto quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto».
Ora però sugli aeroporti Regione Lombardia è pronta a chiedere più autonomia, visto che è una delle materie oggetto della trattativa aperta con il governo dopo il referendum del 22 ottobre: «La Regione non ha competenza diretta, ma quella aeroportuale è una materia su cui stiamo discutendo ai tavoli di autonomia. Non voglio rubare il mestiere al ministro, ma capire cosa si può fare di più e meglio per lavorare di squadra su questo tema – sottolinea Roberto Maroni – la maggiore autonomia in materia di porti e aeroporti è uno dei temi che discuteremo già questo giovedì a Roma alla quarta riunione del tavolo per l’autonomia: non chiediamo la competenza esclusiva sugli aeroporti perché è un network di tutto il Paese, magari quella dei porti lacuali sì, ma vogliamo capire cosa la Regione può fare di più. Oggi ad esempio non possiamo destinare risorse dirette per la gestione degli aeroporti. Valuteremo con il governo quali competenze di più».