Si amano, con 500 chili di differenza. I protagonisti di questa “sbilanciata” storia d’amore sono il cavallo Axele e la capretta Euridice. Un baio poco più grosso di un pony il primo, una “nana” la seconda. Entrambi si trovano nel centro ippico Del Gallione di Bodio Lomnago. «Tutto è nato perché Axele “ticchia”, ovvero morde la ciotola deglutendo aria – racconta , giovane amazzone di 18 anni che si divide tra la passione dell’equitazione e lo studio al liceo scientifico con indirizzo spettacolo di Busto Arsizio – Mandar giù l’aria è pericoloso per un cavallo, perché possono venirgli delle coliche. Problema di cui, infatti, Axele soffre parecchio».
Il veterinario ha tentato di curare il cavallo in tutti i modi, ma niente, le coliche non passavano mai.
Nella consapevolezza che è la solitudine la causa di molte patologie equine, il veterinario ha provato a mettere nel box un coniglietto. Ma questi era davvero troppo piccolo e Axele non giovava della sua compagnia. Annoiato, continuava a mordere la ciotola e a soffrire di coliche. Allora, via il collare, la mascherina, e tutto quanto poteva impedire “meccanicamente” al cavallo di ingerire aria. Ma ve lo immaginate voi un cavallo che vive con la mascherina sul muso? Il veterinario allora ha detto in extrema ratio: «Proviamo con la capretta».
«Siamo andati a prenderla in un maneggio a Cinisello Balsamo – continua Francesca – Ho scelto la capretta più piccola. Aveva appena quattro mesi. L’ho portata in braccio, in macchina, da Cinesello a Bodio». Non appena i due quadrupedi si sono visti, Cupido ha schioccato la sua freccia. Ed è nato un amore, grande e piccolo allo stesso tempo.
La più coinvolta è Euridice che non vuole separarsi da Axele neppure durante l’ora di allenamento di salto agli ostacoli. Quando Francesca si affaccia al box, Euridice comincia a fare la scontrosa perché percepisce che tra un po’ il cavallo se ne andrà e lei rimarrà sola.
Quando Axele non c’è, lei continua a belare disperata. Tanto che tutti nel maneggio si chiedono: «ma cosa avrà mai quella capretta». Lui un po’ la snobba, come si conviene a uno “stallone” (che, in questo caso, stallone non è). Ma poi dividono la stessa ciotola di fieno e le carote. Lui dorme in piedi, lei si accoccola sotto, incurante del fatto che potrebbe arrivarle una zoccolata. E le coliche, in un mese, sono passate completamente. Ah, le infinite facce, sfaccettature e, soprattutto, dimensioni dell’amore…
© riproduzione riservata