Unità Italia: Napolitano riprende Lega ma centralismo va superato

Reggio Emilia, 7 gen. (TMNews) – Parla a tutti e non potrebbe essere diversamente, trattandosi del discorso inaugurale delle iniziative per il 150° anniversario dell’ Unità d’Italia, ma a Reggio Emilia il monito di Giorgio Napolitano è segnatamente per la Lega Nord. Per gli scettici dell’unità, per i detrattori del Tricolore, per i fautori della propaganda secessionista. A costoro e “alle forze politiche che hanno un significativo ruolo di rappresentanza democratica sul piano nazionale e lo hanno in misura rilevante in una parte del Paese, vorrei dire – ammonisce Napolitano – che il ritrarsi, o il trattenere le istituzioni, dall’impegno per il 150° non giova a nessuno”.

“Non giova – insiste il presidente – a rendere più persuasive, potendo invece solo indebolirle, legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello Stato democratico”. Perchè le “tare” e i “vizi d’origine” dello Stato “che abbiamo ereditato” vanno “superate” eccome e con “spirito unitario”. Insomma Napolitano non chiede celebrazioni “acritiche e idilliache” ma che si riconosca cosa ha rappresentato l’unità per il progresso di tutto il Paese. Non mancano le reazioni leghiste tutte incardinate sulla necessià di guardare al passato ma soprattutto “al futuro” con la riforma federalista.

Nell’Emilia Romagna, che alle scorse amministrative ha visto i primi ingressi in vari consigli comunali di esponenti leghisti, Napolitano ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe a proposito degli attacchi, talvolta beceri, ai simboli dell’unità d’Italia. Il Tricolore, ha ricordato, è un simbolo “essenziale ma imprescindibile”, è riconosciuto dalla Costituzione ed è dunque un “obbligo pacifico” rispettarlo. Non sempre è stato così e si ricordano ‘colorite’ uscite dello stesso Umberto Bossi. “Comportamenti dissonanti – attacca Napolitano -,

con particolare riferimento all’articolo sulla bandiera tricolore non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo”.
Il Carroccio non stenta a ribadire le proprie posizioni sottolineando la centralità e l’urgenza del federalismo. Parlano il leader Umberto Bossi, il ministro Luca Zaia, il governatore Roberto Cota per cui “l’attuazione dei decreti sul federalismo rappresenta il miglior viatico per le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia”. Per il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, poi, “l’idea di uno stato federale è strettamente intrecciata con la storia del nostro Risorgimento”.

Tutta l’opposizione, dal Pd all’Idv, si unisce al monito del presidente alla Lega Nord. I finiani sono particolarmente duri tanto che un’editoriale della rivista on line della Fondazione Fare Futuro sottolinea che “è bello, oggi più che mai, celebrare chi in quel sogno di un’Italia unita ci ha creduto fino in fondo e per davvero, e non merita di finire nel tritacarne di una propaganda antiunitaria tutta fatta di ‘complottismi’ e ‘revanscismi’ che troppo spesso sfiorano il ridicolo”.

Vep/

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