Uno striscione e una canzone Travedona dà l’addio a “Raffa”

TRAVEDONA MONATE La scritta “Ciao Raffa” su un lenzuolo esposto nel parcheggio del cimitero, in sottofondo le note della canzone di Jovanotti “Lo spettacolo più grande dopo il Big Bang siamo noi”. Nel frattempo davanti al feretro pronto alla sepoltura un amico legge una breve lettera carica d’affetto profondo e un lungo applauso esplode rompendo un silenzio pieno di rispetto e di dolore.
È stato commovente l’ultimo saluto a Raffaele Cicchelli, il carrozziere di 31 anni deceduto mercoledì

notte in un incidente d’auto, insieme all’amico Dario Pennini, avvenuto lungo l’Autolaghi. Una folla enorme ha reso omaggio per l’ultima volta al giovane Raffaele, scomparso troppo presto. Ancora tanti sogni da realizzare, progetti in cantiere da portare avanti e una voglia matta di vivere la vita. Un entusiasmo e una passione che in tanti hanno apprezzato.
Ieri pomeriggio un paese intero si è ritrovato nella chiesa parrocchiale di Travedona Monate per assistere alla celebrazione dei  funerali. Don Franco, parroco del paese, ha rinnovato l’invito già lanciato il giorno prima durante l’esequie di Dario Pennini: «Imparare a fare silenzio – ribadisce il sacerdote – il silenzio non è solo tacere ma è anche avere rispetto per una verità che non conosciamo e che rischiamo di alterare, di mascherare. È un rispetto verso chi soffre in questo momento. Lasciamo che Dio con le sue parole ci guidi e ci aiuti in questo momento. Bisogna andare oltre la morte, anche se viviamo un dolore, il dolore è un richiamo a tutti noi perché la vita non venga sprecata». Raffaele ha vissuto fino in fondo assaporando l’esistenza nella sua essenza più entusiasmante, vitale e solare. La sua disponibilità è stata ricordata da tutti gli amici, persino pochi istanti prima della sepoltura quando un amico ha letto un messaggio molto emozionante. Le stesse parole che avrebbero potuto pronunciare tutti quelli che conoscevano Raffaele. Generoso e altruista, sempre pronto a farsi in quattro pensando prima agli altri piuttosto che a se stesso. Tra i singhiozzi di commozione e dolore della folla l’urlo “Ciao Raffa” diventa il pretesto per salutarlo ancora una volta. Per dimostrare amicizia e dolore verso una persona che riempiva il tempo di chi con lui trascorreva le giornate. La canzone di Jovanotti ha fatto da colonna sonora a uno spettacolo doloroso che ha però unito la comunità nel ricordo di un ragazzo che amava la vita.

b.melazzini

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