OLGIATE OLONA «Mi disse che era stato picchiato da alcuni suoi amici. Mi diede il suo telefono cellulare per chiamare l’ambulanza, ma non funzionava. Così andai a casa, perché abitavo lì vicino, e chiamai il 118 dall’abitazione dei miei genitori». Il 22 agosto dell’anno scorso fu un ragazzo di Olgiate Olona, a spasso con il cane, ad aiutare un uomo tunisino. Secondo le indagini degli inquirenti, coordinate ai tempi dal sostituto procuratore Mirko Monti, l’uomo aveva appena subito una rapina in un parchetto di Olgiate Olona. Due uomini lo avrebbero picchiato e gli avrebbero portato via poco meno di 400 euro in contanti e un bracciale. Per questo un 30enne italiano con precedenti specifici, nato a Busto Arsizio e residente a Olgiate Olona, fu arrestato a fine settembre dell’anno scorso.
«Si tratta di un reato consumato in un ambiente problematico – spiega l’avvocato Christian Lavazza, legale dell’imputato -. Basti pensare che la stessa persona offesa era senza permesso di soggiorno ed è sottoposta ad un procedimento di espulsione. Il mio assistito è subito stato considerato come il rapinatore, ma lui ha sempre negato ogni addebito. Siamo certi di poter dimostrare la sua innocenza in aula».
Ad indicare il 30enne di Olgiate come il suo rapinatore fu il tunisino aggredito, che lo riconobbe sulle foto segnaletiche mostrate in ospedale dai carabinieri di Busto Arsizio e Castellanza. «Il processo che è iniziato oggi entrerà nel vivo alla prossima udienza, il 13 maggio, quando sentiremo la parte offesa – spiega ancora l’avvocato Lavazza -. Intanto registro con soddisfazione il fatto che il giudice ha voluto accordare al mio assistito gli arresti domiciliari. Si tratta già di una piccola vittoria». L’uomo potrà infatti aspettare le prossime udienze a casa della madre. Nelle prossime udienze verranno sentiti anche i militari dell’arma che condussero le indagini. T. Sco.
b.melazzini
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