SESTO CALENDE E’ una semplice modifica delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore. Che però potrebbe avere effetti anche su aspetti della vita cittadina anche molto lontani dal "mattone". A cominciare dal rapporto non proprio facilissimo tra la comunità sestese e i fedeli di religione islamica.
La novità riguarda chi intende effettuare un recupero edilizio nel centro storico. Cambiano infatti le regole per il rilascio dei permessi edilizi. Il consiglio comunale ha ratificato una delibera di giunta che stabilisce con un criterio preciso in quali casi sia possibile istruire la pratica di «permesso
a costruire convenzionato» e in quali altri si debba ricorrere al tradizionale «piano di recupero» più lungo, costoso e sottoposto al voto del consiglio. L’iter sarà deciso dal Comune, che valuterà quale dei due percorsi dovrà essere seguito.
«Nessuna discrezionalità affidata al privato cittadino o al funzionario tecnico – precisa l’assessore all’Urbanistica Giovanni Buzzi – ma un maggiore rigore e l’obbligo di ricorrere al piano di recupero per i casi più contoversi. In realtà i permessi a costruire convenzionati non sono proprio una novità. Furono introdotti dalla precedente Amministrazione per favorire interventi modesti mediante una procedura semplificata».
La delibera, osteggiata dalla minoranza, ha effetti immediati: la nuova regola si applicherà anche ai progetti già presentati, ma la cui pratica non risulti conclusa.
Ma la nuova disposizione non piace alla minoranza. Dure le critiche avanzate dal consigliere Claudio Carabelli. «In buona sostanza – spiega – la delibera sulle norme tecniche di attuazione del piano regolatore vigente serve a bloccare qualsiasi concessione edilizia che sarebbe invece rilasciabile, senza questa delibera, da parte del funzionario responsabile. La delibera pretende di cambiare le regole urbanistiche, ma lo fa senza rispettare le regole: per legge l’urbanistica è materia di consiglio e non di giunta e il primo errore della giunta è stato di deliberare nel mese di agosto per invitare il tecnico a sospendere l’esame di alcune pratiche. Non era nei suoi poteri: un atto di indirizzo non può essere esecutivo né retroattivo su pratiche in corso». Ma l’assessore alle Opere pubbliche Raffaele Bertona ribatte: «Nessuna retroattività. Semplicemente la norma, dal momento della sua entrata in vigore, è applicata alle pratiche in corso».
Che una delibera urbanistica provochi tanto scalpore è soltanto immaginabile. Nessuno ne parla ufficialmente, ma negli ambienti legati all’opposizione si vocifera che la delibera possa essere stata studiata ad hoc per bloccare o impedire i lavori di ristrutturazione sull’immobile di proprietà dell’associazione islamica in via Cavour. In effetti la pratica relativa alla "ex moschea" non è ancora stata evasa e potrebbe trasformarsi in piano di recupero. Il sindaco Marco Colombo tuttavia respinge fermamente quest’interpretazione della delibera.
e.romano
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