New York, 2 ago. (TMNews) – Il Chelsea Hotel, situato al 222 West 23rd Street, ha chiuso i battenti sabato scorso. La “più rinomata residenza per artisti, musicisti, filosofi e gente eccentrica”, come si legge sulla homepage dell’hotel, chiude a tempo indeterminato. Ad assicurarsi l’edificio, per 80 milioni di dollari, è stato il costruttore Joseph Chetrit, che ha intenzione di tramutarlo in un palazzo di residenze di lusso, come in effetti era in origine, alla fine del diciannovesimo secolo. Secondo il New York Times ad occuparsi del nuovo progetto sarà il noto architetto Gene Kaufman, che dovrà mantenere inalterata l’aria un po’ bohémien che l’ha caratterizzato per oltre un secolo. Per gli appassionati si chiude definitivamente un’epoca, perché in futuro sarà sicuramente qualcosa di diverso: più un residence per ricchi yuppie che per artisti squattrinati.
L’hotel dai mattoni rossi venne costruito nel 1883. Dodici piani di appartamenti che accoglievano circa 40 famiglie. Fino al 1902 è stato l’edificio più alto della città, e nel 1905 si trasformò in un hotel per clienti a lungo termine. Qua venivano gli artisti squattrinati, e lavoravano in assoluta libertà in un ambiente creativo e felicemente disordinato. La leggenda narra che molti non avessero neanche i soldi per pagare, e i proprietari – la famiglia Bard – si accontentavano di ricevere in cambio un’opera d’arte.
Anno dopo anno è diventato l’hotel più folle della città. Nelle sue stanze hanno messo piede innumerevoli artisti senza fama, ma anche personaggi del calibro di Arthur Miller, Mark Twain, il padre della Beat Generation Jack Kerouac, l’esistenzialista Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Tom Wolfe, Gore Vidal. Qui ha trovato la morte lo scrittore Dylan Thomas, ucciso dalla passione per il whisky nel 1953, mentre nella stanza numero 100 è stata accoltellata Nancy Spungen, fidanzata del bassista dei Sex Pistols, Sid Vicious. Ad ammazzare la ragazza fu, per sua confessione, il fidanzato sotto l’effetto dell’eroina, e c’è chi assicura che il suo fantasma si aggiri ancora per le stanze, in piena notte.
Tra mito e realtà, il luogo è citato in diverse canzoni come Chelsea Morning di Joni Mitchell, Third Week in the Chelsea dei Jefferson Airplane, Like a Drug I Never Did Before di Joey Ramone. Ma a renderlo immortale ci ha pensato soprattutto il film Chelsea Girls, diretto nel 1966 da Andy Warhol. E’ il ritratto di un’epoca passata, perché gli artisti squattrinati si vedono meno da queste parti. Vivono tra Queens e Brooklyn, ma se New York non è solo Wall Street, è grazie a posti come il Chelsea Hotel.
A24/Coa
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