New York, 14 set. (TMNews) – Le società Bp, Transocean e Halliburton condividono la responsabilità del disastro naturale e delle vittime causate dall’esplosione che ha portato all’ affondamento della piattaforma Deepwater Horizon nel golfo del Messico nell’aprile del 2010. Lo ha stabilito il rapporto finale del governo americano, secondo cui le tre società “hanno violato diverse leggi federali sulla sicurezza offshore”.
Dal documento, stilato dal Bureau of Ocean Energy Management, Regulation and Enforcement, l’agenzia del dipartimento dell’Interno che gestisce petrolio e gas naturale, emerge che la causa principale dell’esplosione è stata una barriera di cemento difettosa nel Pozzo Macondo. “Il disastro è stato il risultato di una cattiva gestione dei rischi, di cambiamenti ai piani all’ultimo minuto, di fallimento nell’osservazione e nella risposta di criticità e insufficiente formazione nella risposta alle emergenze”.
La compagnia petrolifera Bp era “sostanzialmente responsabile” dell’attività sul sito, ovvero “della sicurezza del personale, della strumentazione, delle risorse naturali e dell’ambiente”. Ma anche Transocean, la società proprietaria di Deepwater Horizon era “responsabile dello svolgimento delle attività in sicurezza e della protezione del personale a bordo”, mentre la società appaltatrice Halliburton era “ri
esposabile dei lavori di cementazione e di alcune attività di monitoraggio”.
Scott Dean, un portavoce di Bp ha commentato che la società “riconosce il suo ruolo nell’incidente e sta portando avanti iniziative concrete per aumentare la sicurezza”.
L’esplosione del pozzo petrolifero ha causato la dispersione nell’oceano di oltre 750 milioni di litri di petrolio. Nell’incidente hanno perso la vita 11 persone e 16 sono rimaste ferite.
A24-Buf
© riproduzione riservata