Washington, 20 lug. (Ap) – Notte di trattative serrate per il management di Cit, finanziaria americana specializzata su piccole e medie imprese finita sull’orlo del fallimento, che secondo le indiscrezioni del Wall Street Journal sarebbe sul punto di chiudere un accordo con i titolari di obbligazioni. L’intesa dovrebbe fruttare circa 3 miliardi di euro di fondi di emergenza e ai colloqui hanno partecipato sia l’amministratore delegato di Cit, Jeffrey Peek, sia il gruppo Pimco, uno dei maggiori gestori di bond.
L’istituto, con sede a New York, si trova indebitato per 7,4 miliardi di dollari che scadranno nel primo trimestre del 2010. Lo scorso dicembre aveva ricevuto aiuti pubblici per 2,3 miliardi di dollari e nei giorni scorsi ha avvertito che se resterà priva di questi fondi ripercussioni negative potrebbero colpire quasi un milione di Pmi, tra cui esercizi in franchising della catena Dinkin’ Donuts, o i punti vendita del gruppo di grande distribuzione Dillards.
Ma l’amministrazione Obama finora non ha voluto prorogare gli aiuti, e si è mostrata irremovibile sulla linea che richiedere garanzie di solvibilità, senza le quali non sosterrà nuovamente Cit. In questo modo il gruppo rischia di finire davanti a un tribunale fallimentare, una strada che gli stessi titolari di bond sperano di evitare, perché potrebbe comportare una riduzione dei loro diritti ancor più consistente.
Se Cit riuscisse a rafforzare la sua patrimonializzazione potrebbe trovarsi nella posizione di riprendere i negoziati con il governo. Il gruppo eroga finanziamenti di breve termine a circa 2.000 operatori commerciali che a loro volta sono fornitori di una rete di circa 300.000 esercizi al dettaglio. Secondo gli analisti circa il 60 per cento dell’industria del vestiario Usa opera con Cit e il suo fallimento potrebbe innescarvi notevoli problemi sul versante finanziario.
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