Washington, 14 feb. (Ap) – Poche ore dopo il voto favorevole
della Camera dei Rappresentanti, è arrivato anche il sì del
Senato: il Congresso statunitense ha dunque approvato il piano di
stimolo all’economia presentato dal presidente Barack Obama.
Il provvedimento è passato al Senato con 60 voti a favore
(compresi quelli di tre senatori Repubblicani) e 38 contrari; la
Camera aveva approvato con 246 voti a favore e 183 contrari,
tutti Repubblicani: il via libera, pur se rivelatosi meno
bipartisan del previsto, rappresenta comunque una grande vittoria
per Obama che potrebbe firmarlo già la prossima settimana, meno
di un mese dopo essersi insediato alla Casa Bianca.
Le operazioni di voto erano iniziate alle 23.30 di ieri ora
italiana ma sono proseguite ben oltre l’ora prevista per
attendere il senatore Democratico dell’Ohio, Sherrod Brown, che
si era recato al funerale della madre. In Senato la soglia per
superare lo sbarramento dell’opposizione era infatti di 60 voti,
una maggioranza “blindata” che i democratici non hanno ma a cui
sono arrivati grazie all’aiuto di tre Repubblicani moderati: il
senatore della Pennsylvania Arlen Specter e le senatrici del
Maine, Susan Collins e Olympia Snowe.
Il piano, un documento di 1.071 pagine, prevede circa 281
miliardi di dollari in tagli fiscali per i singoli individui e
per le imprese e oltre 500 miliardi di dollari in spese federali,
che saranno destinate a infrastrutture, sanità e programmi
statali e che dovrebbe contribuire a creare o salvare 3 milioni e
mezzo di posti di lavoro.
Il pacchetto contiene inoltre anche delle controverse misure
protezionistiche nei settori dell’acciaio, del ferro e dei
prodotti manifatturieri, la cui effettiva applicazione rimarrebbe
tuttavia a discrezione dell’Amministrazione: a spingere per
l’inclusione sono stati i sindacati con l’obbiettivo di stimolare
la creazione di nuovi posti di lavoro, ma le aziende temono che
se effettivamente messe in atto provochino rappresaglie
commerciali contro gli Stati Uniti.
Mgi-Ars
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