Washington, 4 nov. (Apcom) – L’ex presidente americano, George W. Bush, nelle sue memorie ammette di aver autorizzato personalmente gli agenti della Cia a sottoporre il cervello degli attentati dell’11 settembre, Khaled Sheikh Mohammed, al waterboarding, una forma di tortura che simula l’annegamento. Lo rivela oggi il Washington Post. “Certo”, risponde Bush alla domanda di alcuni agenti della Cia che gli chiedevano l’autorizzazione ad utilizzare questa tecnica di interrogatorio sul pachistano, scrive il giornale, citando una persona non identificata che ha letto il libro. Intitolato “Decision Points”, sarà in libreria la settimana prossima.
George W. Bush scrive che credeva che il cervello degli attentati del 2001 possedeva informazioni vitali su altri complotti in preparazione negli Stati Uniti e che riprenderebbe la stessa decisione sul waterboarding se si trattasse di salvare vite americane, aggiunge il giornale.
Poco dopo il suo arrivo alla Casa Bianca nel gennaio 2009, il suo successore Barack Obama e il nuovo ministro della Giustizia, Eric Holder, avevano definito questa pratica un atto di tortura. Il waterboarding consiste nell’immobilizzare un individuo in modo che i piedi si trovino più in alto della testa e nel versargli dell’acqua sulla faccia in maniera tale che, invadendo le vie respiratorie, gli provochi una sensazione di soffocamento.
(con fonte Afp)
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