New York, 28 set. (TMNews) – È cominciato il secondo giorno di udienza del processo contro Conrad Murray, il medico accusato di omicidio involontario per la morte di Michael Jackson il 25 giugno del 2009.
Ieri il processo aveva esordito con l’ascolto dell’angosciante registrazione della voce di Jackson sul telefonino di Murray che, una settimana prima della morte, con il respiro affaticato, e le parole strascicate sotto l’effetto dei farmaci, sognava sul suo tour europeo: “Dobbiamo essere fenomenali. Uscendo dal concerto il pubblico deve pensare ‘è il migliore intrattenitore del mondo’ e con i soldi del tour farò l’ospedale per bambini più grande del mondo, il Micheal Jackson Children’s Hospital”. Secondo l’accusa la registrazione dimostra che Murray era consapevole dei problemi di salute di Jacko settimane prima della sua morte.
Ma oggi l’udienza è cominciata con una testimonianza a favore del medico. L’avvocato Kathy Jorrie del promotore di concerti Aeg ha detto di aver aiutato il dottor Murray a stendere un contratto in cui il dottore richiedeva l’acquisto di una macchina per la rianimazione cardiopolmonare e del denaro per poter assumere un secondo medico che lo aiutasse a prendersi cura di Jackson. Ma il secondo medico e la nuova attrezzatura non sono mai arrivati, Jackson è morto prima.
Secondo la difesa inoltre anche il dermatologo Arnold Klein sarebbe parzialmente responsabile della morte di Jackson per avergli somministrato il Demerol, un forte analgesico, nelle ultime settimane prima della morte del cantante, senza avvertire Murray.
Ricostruendo la dinamica della morte del re del pop la difesa ha sostento che mentre Murray era assente, la mattina del 25 giugno del 2009 Jackson avrebbe inghiottito da solo un sedativo potente e poi una dose di Propofol, assumendo una miscela di farmaci che lo ha ucciso. “Quando il dottor Murray è entrato nella camera di Jackson non c’era alcun paramedico né alcun macchinario per la rianimazione. È morto così rapidamente da non aver il tempo di chiudere gli occhi”, ha detto la difesa.
Ieri l’accusa aveva invece sostenuto che Murray avesse trascurato Jackson e che la mattina del 25 giugno stava mandando messaggi con il cellulare invece di prestare le cure adeguate al suo paziente. Inoltre Murray avrebbe trovato Jackson in stato di incoscienza alle 11.56 del mattino del 25 giugno, ma non avrebbe fatto chiamare il numero per le emergenze, il 911, prima delle 12.20. E una volta accompagnato il paziente al pronto soccorso del UCLA Medical Center non avrebbe detto ai dottori di avere somministrato a Jackson il Propofol.
La seconda testimonianza della giornata è quella dell’assistente di Jackson, Michael Emir Williams che ha parlato della morte del cantante come un’esperienza “orribile, folle” e ha definito Murray “strano, bislacco”. Come aveva già fatto in un’udienza preliminare, è probabile che a Williams sia chiesto di raccontare il trasporto in ospedale di Jackson. L’assistente aveva fatto salire i tre figli della star a bordo di un Suv per seguire l’ambulanza che trasportò Jackson al Ucla Medical Center.
Secondo quanto emerso dall’autopsia Jackson è morto a causa di una “acuta intossicazione da Propofol” combinato con altri sedativi.
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