Washington, 9 gen. (Apcom) – Il Direttore della Cia, Leon Panetta, ha difeso l’Agenzia dalle critiche dopo l’attentato suicida dello scorso 3 dicembre a Khost, costato la vita a sette agenti: “Possiamo trarre consolazione dall’eroismo dei caduti e delle loro famiglie; non troviamo invece alcuna consolazione in alcuni commenti pubblici secondo i quali coloro che hanno dato la loro vita hanno in qualche modo peccato di poca accortezza professionale”, scrive Panetta in un editoriale pubblicato dal quotidiano statunitense Washington Post.
“Non si trattava di fidarsi di una potenziale fonte, anche una che in passato aveva fornito delle informazioni verificabili in modo indipendente. La situazione non è mai semplice come può apparire, nessuno ignora i rischi: l’uomo era sul punto di esser perquisito dalla sicurezza – a distanza da altri membri del personale – quando ha azionato l’esplosivo”, rivela il Direttore dell’Agenzia.
Humam al Balawi, il medico giordano responsabile dell’attentato suicida era stato reclutato dalla Cia su suggerimento dei
servizi di Amman e secondo l’Agenzia era sul punto di rivelare il nascondiglio di Ayman al Zawahiri, il numero due di Al Qaida: per questo – secondo la stampa statunitense – era stato portato nella base di Khost senza alcun controllo di sicurezza.
In un video di rivendicazione trasmesso dalla rete satellitare araba Al Jazeera Al Balawi afferma di aver voluto perpetrare l’attacco per vendicarsi dei servizi giordani e statunitensi: “Questo è un messaggio rivolto ai nemici della nazione islamica: i servizi segreti della Giordania e la Cia”.
“I mujaheddin non espongono mai la religione al ricatto e non la
rinnegano neanche se viene loro offerto il Sole in una mano e la
Luna nell’altra”, continua l’uomo, dichiara un uomo in uniforme militare, presentato da Al Jazeera come Humam al Balawi, e che sembra alludere al suo status di agente doppio, giordano e statunitense.
“Diremo al nostro emiro Baitullah Mehsud (comndante dei talebani
pachistani, ndr) che non dimenticheremo mai il suo sangue, che è
nostro compito vendicarlo in America e fuori dall’America: né
dimenticheremo come avesse detto che lo sceicco Osama bin Laden
non si trova sul nostro territorio ma che se venisse, lo
proteggeremmo”, conclude Al Balawi.
Si tratta di un colpo molto duro inferto alla Cia: tra le vittime vi sono infatti alcuni dei massimi esperti su al Qaida dei servizi statunitensi, le cui capacità “sono insostituibili a
breve termine”, come sottolineato dagli esperti.
La moglie di Al Balawi, Defne Bayrak, si è detta “orgogliosa” di quanto fatto dal marito e di non credere che fosse un agente
della Cia o dei servizi giordani, perché “era troppo
anti-americano”.
(con fonte Afp)
Mgi
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