New York, 20 lug. (TMNews) – Il Primo emendamento della Costituzione, quello che fra le altre libertà afferma anche quella di parola e di stampa, protegge anche i razzisti che reclamano l’assassinio di un presidente. È quanto sostiene un tribunale distrettuale di San Francisco che oggi ha annullato la condanna di Walter Bagdasarian.
Bagdasarian era stato condannato per aver minacciato di uccidere un candidato presidenziali due settimane prima delle elezioni del 2008 dopo aver postato su internet un lungo messaggio in cui, utilizzando un termine che negli Stati Uniti è considerato violentemente razzista, esortava la gente a “sparare al negro”. Nel messaggio, l’uomo aveva predetto che l’allora candidato presidenziale Barack Obama “avrebbe presto avuto un proiettile calibro 50 nella sua testa”.
Con 2 voti favorevoli e solo uno contrario, il tribunale californiano ha definito “ripugnanti” i commenti di Bagdasarian ma ha spiegato di non ritenerli tali da rappresentare “una minaccia, esplicita o implicita”. Nella nota che accompagna la decisione, il giudice Stephen Reinhardt scrive che la legge “non vieta le predizioni o le esortazioni ad uccidere il presidente”.
Ma, parlando al San Francisco Chronicle, il professore della facoltà di Giurisprudenza dell’università della California a Los Angeles, ha detto che la Corte Suprema potrebbe decidere di pronunciarsi a riguardo. “È un caso delicato – spiega il professore – la linea divisoria tra atti punibili e la protezione sistemica della violenza non è chiaro”.
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